Malta: rapporto della Chiesa cattolica sugli abusi. Numeri e denunce. Collaborazione con autorità civili

È stato presentato oggi a Malta il Rapporto 2018-2019 della Commissione per la salvaguardia, ente fondato nel 2015 dalle diocesi maltesi e dalla Conferenza dei religiosi, che lavora per la prevenzione degli abusi. Dal rapporto emerge che, sulla base di indicazioni della Commissione, la Chiesa “ha imposto una restrizione a 4 persone nel 2018 e una restrizione a un’altra persona nel 2019”: si è trattato di “sacerdoti diocesani, sacerdoti religiosi e laici”, rispetto ai quali erano state presentate accuse di abusi sessuali, e altre tre persone per “abuso fisico ed emotivo”. Nel 2018, la Commissione ha ricevuto 19 nuove accuse riguardanti minori e 10 riguardanti adulti vulnerabili; 2019 sono state ricevute 16 nuove accuse riguardanti minori e otto riguardanti adulti vulnerabili. Andrew Azzopardi, che guida la Commissione, ha riferito che “la Chiesa è attiva nel denunciare i casi alla polizia o ai servizi sociali per garantire che le accuse di abuso siano indagate anche dall’autorità civile competente”. Dall’ottobre 2020 è stato anche attivato un corso all’Università di Malta per l’ottenimento del “certificato di salvaguardia dei bambini e dei giovani”; la formazione viene portata anche dalla Commissione che tra il 2018 e il 2019 ha preparato un totale di 966 insegnanti, catechisti, sacerdoti, religiosi, seminaristi e volontari. Ha verificato, nel rispetto della legge, che 4.451 persone avessero ricevuto l’autorizzazione a lavorare con minori.
Secondo Azzopardi è tuttavia necessario che si crei “un’autorità centralizzata” a livello maltese per condividere le informazioni tra le organizzazioni sulle persone che possono rappresentare un rischio per i bambini e gli adulti vulnerabili. La “trasparenza” è, secondo Azzopardi, il modo per sostenere veramente le vittime di abusi.

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