Giornata mondiale poveri: Chiesa greco-cattolica ucraina, al via l’iniziativa “Sfama il povero”

Il Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina lancia l’iniziativa “Sfama il povero” per rispondere alla situazione critica riguardo l’approvvigionamento di cibo in una Ucraina logorata da sette anni di guerra. L’iniziativa – si legge in un comunicato diffuso oggi – avrà un seguito nelle comunità parrocchiali ed è l’applicazione pratica della lettera sinodale “Vi rimane una cosa sola: ciò che avete dato al povero”, frutto dell’ultima riunione del Sinodo dei vescovi greco-cattolici ucraini. Nella lettera, i padri sinodali ricordano la Giornata mondiale dei poveri istituita da Papa Francesco e sottolineano l’intenzione di “non chiudere i cuori”, ma piuttosto, come il Buon Samaritano, “soffermarsi davanti alla miseria umana e inchinarci davanti ad essa”. Guardando alla situazione particolare in Ucraina, i vescovi ricordano che otto pensionati su dieci vivono al di sotto della soglia di povertà, mentre dal 25 al 45 per cento dei cittadini ucraini non riescono a provvedere ai propri bisogni umanitari. Il Sinodo denuncia, per questo, la “lunga politica maldestra delle autorità e dell’incoerenza delle riforme, che ha come conseguenza il fatto che “la maggior parte degli abitanti del Paese è destinata alla pura sopravvivenza”. Una situazione di crisi aggravata sia “dall’aggressione russa nell’area Est del Paese”, sia dalla pandemia. Il Sinodo chiede pertanto ai governanti ucraini di “adottare misure decisive e coerenti per garantire ai propri cittadini l’accesso al lavoro e una degna retribuzione”, invitando ad un cambiamento di approccio non basato sui sussidi ma su “metodi di fare impresa che si concentrano sulla persona umana”. Rivolgendosi poi alla comunità greco-cattolica del Paese, i vescovi lanciano quest’anno l’iniziativa “Sfama il povero”, uno “specifico evento di beneficenza” che sarà coordinato dal Dipartimento dei servizi sociali. Proseguirà poi “nelle nostre comunità parrocchiali e nelle organizzazioni ecclesiali su base continuativa”, per essere “una Chiesa che va a servire”. È questo – scrivono i membri del Sinodo – “il nostro programma, il nostro sogno, la nostra guida”.

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