Coronavirus Covid-19: Società scientifiche area medica, “ospedali vicini al collasso. A rischio cure per malati cronici e acuti non Covid”

“Gli ospedali sono ormai vicini al collasso, a causa di due fattori concomitanti: carenza di personale sanitario e mancanza dei posti letto a fronte dell’abnorme afflusso di malati per la rapida e vertiginosa diffusione dell’infezione virale. È corretto e logico monitorare la crescente saturazione dei posti letto nelle terapie intensive, ma in tante regioni i tassi di occupazione dei reparti di area medica sono ormai superiori al 100%, considerando anche la presenza dei malati non Covid che continuiamo ad assistere, ma le cui possibilità di accesso agli ospedali si stanno riducendo”. A denunciare la drammatica situazione ospedaliera dovuta alla pandemia da Covid-19 sono le società scientifiche degli internisti, Fadoi e Simi; dei geriatri, Sigg e Sigot; l’associazione degli infermieri di medicina interna, Animo, in una lettera aperta. “Una conseguenza probabile, se non certa – si legge nel documento – sarà l’incapacità di garantire gli standard qualitativi per le cure a tutti i malati cronici e ai malati acuti non Covid, oltre ad ulteriori criticità e ritardi nel campo della prevenzione. La situazione sanitaria è drammatica” e i medici e infermieri di area medica sentono “il dovere di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla reale situazione che viviamo ogni giorno negli ospedali” dove il “reale grado di saturazione dei posti letto” va “ben oltre il 30 o 40% che viene usualmente comunicato”. Gli autori della lettera sottolineano le “grandi difficoltà ad accogliere, curare e trasferire i tanti malati che giungono ai Ps in numero superiore alla capacità ricettiva delle nostre strutture”. No, dunque, a “sottovalutare, sminuire, fingere che la situazione sia quasi normale o che a breve si possa normalizzare”. Oltre a un’informazione corretta, le società scientifiche dell’area medica fanno appello alle istituzioni “per aiutarci ad affrontare in tutto il Paese, la gravissima emergenza sanitaria, sostenendo il lavoro di tutti gli operatori del Ssn”.

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