Migranti: Save the children, “grave responsabilità dell’assenza di un sistema di ricerca e soccorso internazionale”

“L’Italia e l’Europa oggi non possono guardare negli occhi la mamma minorenne della Guinea, disperata perché ha visto morire il suo bimbo di 6 mesi per l’ennesimo tragico naufragio nel Mediterraneo senza provare profonda vergogna”. Lo afferma oggi Raffaela Milano, direttrice programmi Italia-Europa di Save the Children, dopo il naufragio di ieri con 6 morti accertati, tra cui un bimbo di soli 6 mesi. “Anche in questo caso – prosegue – i fatti dimostrano inequivocabilmente la grave responsabilità dell’assenza di un sistema di ricerca e soccorso internazionale adeguato, quando solo la nave della Ong Open Arms è potuta intervenire per cercare di salvare i naufraghi”. Milano ricorda che “mamme anche giovanissime e spesso sole, neonati, bimbi piccoli e migliaia di minori non accompagnati continuano a cercare di raggiungere la Libia e poi la salvezza in Europa, dopo aver vissuto condizioni di povertà estrema e violenze di ogni genere, anche a causa dei conflitti, e molti hanno perso e continueranno a perdere la vita nel Mediterraneo se non ci sarà una risposta immediata dell’Italia e dell’Europa”. Il team di Save the Children presente a Lampedusa sta collaborando per dare un primo sostegno ai sopravvissuti, sia in termini di protezione sia psicologico. “E’ indispensabile – chiede Milano – che l’Italia e l’Europa assumano un impegno immediato per un sistema di ricerca e soccorso in mare e attivino vie di accesso sicure per scongiurare il ripetersi di queste tragedie”. Dall’inizio dell’anno, sono giunti in Italia più di 3.850 minori non accompagnati, il 13% del totale degli arrivi.

 

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