Inizio anno scolastico: mons. La Placa (Ragusa), “abbiamo bisogno dei ‘saperi senza profitto’ più dell’aria che respiriamo”

“Oggi – lo sapete bene – viviamo in una società in cui vige la ferrea legge del profitto. Tutto ciò che produce utile e guadagno detta legge su ogni ambito della vita e ciò che è “gratuito” e “disinteressato”, è spesso immolato sull’altare dell’efficienza e della competitività”. Lo scrive il vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa, all’inizio del nuovo anno scolastico, in un messaggio che si intitola “L’utilità dell’inutile”, indirizzato a studenti, genitori, insegnanti, dirigenti, personale non docente. “Ci si mette in gioco e si impiegano le migliori energie per possedere ‘ciò che è utile’, senza accorgersi che ci sono molte cose ‘che non servono a niente’, se non a migliorarci come persone e ad accrescere la nostra dignità e il nostro benessere interiore”. L’utilità dell’inutile – ricorda il presule – è il titolo di un saggio apparso in libreria qualche tempo addietro. “Un testo che potremmo definire un prezioso manifesto di resistenza culturale contro la logica dell’utilitarismo. In esso l’autore, professore universitario di letteratura italiana, recentemente scomparso, racconta come i grandi uomini di cultura, filosofi, letterati, scienziati, artisti, hanno tessuto, nel corso secoli, l’elogio dei ‘saperi inutili’, di quei saperi cioè che non producono ‘entrate’, che non generano guadagni e che, per questo, vengono considerati inutili in una società in cui contano solo i soldi e il profitto”. “Ma proprio di ciò che viene considerato inutile, proprio di quei ‘saperi senza profitto’, della letteratura, dell’arte, della filosofia, della musica, del teatro, ma anche di quei ‘luoghi inutili’ come i musei, le biblioteche e gli archivi, noi, carissimi ragazzi, abbiamo profondamente bisogno, più dell’aria che respiriamo”. Così conclude mons. La Placa: “La conoscenza della verità, infatti, l’esperienza del bene, la fruizione della bellezza – ha scritto qualcuno – non valgono in funzione dei risultati che possono produrre, ma hanno una ricaduta sulle persone e sulle comunità, che le rendono più vantaggiose, per gli esseri umani, di tutte le cose ‘utili’”.

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