Mali: Fides, libero dopo 7 anni di prigionia il medico Arthur Kenneth Elliott. Il pensiero dei missionari locali per gli altri ostaggi di cui non si hanno notizie

Risale a poche ore fa – informa l’agezia vaticana Fides – la notizia della liberazione di Arthur Kenneth Elliott, il medico australiano rapito in Burkina Faso sette anni fa. Era esattamente il 15 gennaio del 2016 quando il dott. Elliot, oggi 88 anni, venne rapito insieme alla moglie Jocelyn. La coppia era stata sequestrata a Djibo, al confine del Burkina Faso con il Mali, dove da più di 40 anni gestivano una clinica con 120 posti letto. Jocelyn Elliott venne liberata dopo tre settimane. “Elliot è sano e salvo ed è di nuovo a Perth insieme a sua moglie e ai loro figli”, ha dichiarato il ministro degli Esteri australiano Penny Wong. “Vogliamo ringraziare Dio e tutti coloro che hanno continuato a pregare per noi”, ha detto la famiglia di Elliott in una dichiarazione rilasciata dal ministero. “Esprimiamo il nostro sollievo per la liberazione e ringraziamo il governo australiano e tutti coloro che sono stati coinvolti nel tempo per ottenere il suo rilascio. A 88 anni, e dopo molti anni lontano da casa, Arthur ora ha bisogno di tempo e privacy per riposare e riprendere le forze. Vi ringraziamo per la vostra comprensione e vicinanza”. Sentimenti di gioia immensa sono stati espressi da padre Pier Luigi Maccalli, sacerdote della Società per le Missioni Africane, vittima anche lui di sequestro nella zona del Sahel per oltre due anni. “Ho appreso con sollievo e una gioia immensa la notizia della liberazione del dottor Elliot che finalmente si è potuto ricongiungere con i suoi cari”. “Allo stesso tempo – prosegue p. Pier Luigi – condivido un sentimento di partecipazione per tutti gli altri ostaggi dei quali non si hanno notizie. Penso a Iulian Ghergut, rapito in Burkina Faso il 4 aprile del 2015 del quale ancora non si hanno notizie. Oggi poi ricorre un anno esatto dal rapimento della famiglia italiana Langone, rapita in Mali il 19 maggio 2022. Giovanni, aveva una sua attività in Mali già da diversi anni e i suoi genitori lo avevano raggiunto una volta andati in pensione in Italia”.

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