Don Peppe Diana: Mattarella, “fece appello al coraggio e alla resistenza, per liberarsi dalla camorra”. “Lotta a mafie riguarda tutti, non si può restare indifferenti”

(foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Le mafie sono presenti in tutte le attività più turpi e dannose per la comunità: la prostituzione, il traffico di esseri umani, di rifiuti tossici, il caporalato, il commercio di armi, quello strumento di morte che è la droga, lasciando nel territorio povertà e disperazione”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso del suo intervento pronunciato stamattina all’Istituto tecnico Guido Carli dove ha incontrato gli studenti delle superiori di Casal di Principe in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
“Oltre a reclamare una maggiore e più efficace presenza dello Stato, don Diana aveva rivolto il suo forte e accorato appello al coraggio e alla resistenza, per liberarsi dalla camorra, proprio ai suoi parrocchiani, ai cittadini, alla società civile, alle coscienze delle persone oneste”, ha proseguito il Capo dello Stato, sottolineando che il sacerdote “aveva capito che la mafia è anche conseguenza dell’ignoranza, del sottosviluppo, della carenza di prospettive, e che quindi la repressione – indispensabile – non è sufficiente e che la mafia si sconfigge definitivamente sviluppando modelli fondati sulla legalità, sulla trasparenza, sulla cultura, sull’efficienza della macchina pubblica”. “Per tutti questi motivi, care ragazze e cari ragazzi, la lotta alle mafie riguarda tutti, ciascuno di noi”, ha ammonito Mattarella: “Non si può restare indifferenti, non si può pensare né dire: non mi riguarda. O si respingono con nettezza i metodi mafiosi o si rischia, anche inconsapevolmente, di diventarne complici”.

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