San Benedetto: card. Sandri, “occorre pregare perché giunga la pace e si riaprano spazi di riconciliazione e crescita comune”

(Foto: Roberto Mastronardi)

“Nella nostra Europa, quel continente di cui san Benedetto contribuì a tratteggiare l’identità attraverso l’opera dei suoi figli, continuano le distruzioni e i bombardamenti di cui furono testimoni anche le mura di questo Monastero: la storia ci insegna che si possono ricostruire le pietre e riedificare gli spazi, ma molto più lenta e delicata è l’opera di guarigione dei cuori feriti dalla violenza e dal sopruso. Affidiamo il nostro continente alla preghiera di tutti voi, affinché invochiate incessantemente lo Spirito Consolatore, perché giunga la pace e si riaprano spazi di riconciliazione e crescita comune”. Lo ha detto, oggi, il card. Leonardo Sandri, vice decano del Collegio cardinalizio, nella messa per la solennità del transito di San Benedetto, celebrata nell’abbazia di Montecassino.
San Benedetto, ha ricordato nell’omelia il porporato, “ha lasciato il mondo per rincorrere Cristo, afferrato da Lui, ma tutte le genti che lo hanno incontrato hanno bramato di dissetarsi della sua presenza e della sapienza che promanava dalle sue labbra e i monasteri sono divenuti luoghi in cui molti accorrevano per ritrovare la pace con Dio e con i fratelli, attraverso la partecipazione alla preghiera e il consiglio spirituale”. In realtà, ha aggiunto il card. Sandri, “l’esperienza di San Benedetto ha saputo percorrere un itinerario che dagli abissi della terra è giunto alla santa montagna; e in questa dinamica è stato capace di edificare dei luoghi che fossero riflesso in terra della Città di Dio, posti sulle cime dei monti, lampade che hanno fatto luce a quelli di casa”. La testimonianza del Santo “ridesta noi tutti a sentirci pellegrini su questa terra: non nomadi che vagano senza sapere da dove provengono e dove vanno, ma cercatori di assoluto, che sanno di provenire dal grembo dell’amore di Dio e in cammino verso l’abbraccio del Padre celeste”.
Infine, il card. Sandri ha rammentato che “i benedettini di Montecassino furono amici ed interlocutori del monaco san Nilo da Rossano Calabro, che poi fondò il monastero di Grottaferrata alle porte di Roma, di cui si avvicina il millenario: la comune testimonianza del monachesimo orientale ed occidentale sia rafforzata nei nostri giorni, perché seppur con lingue e tradizioni differenti, comune salga la lode di Dio e il grido: ‘Dona la pace Signore, la tua pace’”.

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