Diocesi: Sorrento-Castellammare di Stabia, la Fondazione Exodus con “Svincolo dalla ludopatia” aiuta i giocatori d’azzardo patologici e fa prevenzione nelle scuole

(Foto: diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia)

Per combattere il gioco d’azzardo patologico la Fondazione Exodus della diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia propone il percorso a tappe “Svincolo dalla ludopatia”, gestito e coordinato da Gaetano Malafronte, medico psichiatra, e Alessandra Rosa Rosa, sociologa. Tra i partecipanti al percorso c’è Michele Di Maio, 37 anni, un operaio di Castellammare di Stabia, marito e padre di tre figli, la cui storia – venti anni di dipendenza dal gioco alle slot machine – viene raccontata oggi dalla diocesi.
“Nel percorso di svincolo, è importante che i familiari vadano sostenuti, per tal ragione sono previsti colloqui sia individuali con i componenti della famiglia, sia insieme. Si creano così due gruppi, che parallelamente proseguono il cammino, il gruppo pazienti e il gruppo famiglia”, ricorda la diocesi.
“Alla mia famiglia è bastato poco per accorgersi di cosa mi stesse accadendo. I primi campanelli di allarme si palesano subito, quando si è dipendenti si diventa manipolatori, ogni tua relazione è sorretta da una bugia o finalizzata a un interesse proprio. Mi capita spesso di ripensare ai momenti importanti in cui sono stato assente con la mente, alle gioie quotidiane a cui ho rinunciato. È questo il mio rimorso più grande, non la cifra perduta, se ancora pensassi all’aspetto economico, probabilmente non sarei guarito della mia malattia”, confida Michele, che è riuscito a cambiare radicalmente il suo stile di vita. Non ha solamente smesso di giocare, ma ha scelto di continuare il suo percorso con Exodus, come testimonial.
“La ludopatia è una malattia recidivante, risulta necessario, anche ai fini di un buon percorso terapeutico, costruirsi delle situazioni piacevoli che proteggano da eventuali ricadute. Oggi sono felice di poter condividere la sua collaborazione con la nostra Fondazione. Insieme stiamo portando avanti un progetto formativo sulle dipendenze in genere, nelle scuole superiori della nostra diocesi”, afferma la sociologa, con la quale Michele ha costruito un rapporto di sana fiducia e amicizia. “Il percorso con Exodus continua e vederlo fiorire, come uomo, padre e marito, vengono fuori, dagli incontri con gli alunni, talenti che forse non sapeva di avere, è un buon comunicatore”, aggiunge l’esperta.

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