Terremoto in Turchia e Siria: Sadredin (Caritas Anatolia), “Protezione civile gestisce aiuti, daremo disponibilità per distribuire coperte e pasti caldi”

(Foto Caritas Anatolia)

Nella Turchia colpita dal terremoto, in aiuto alla piccola Caritas Anatolia stanno arrivando volontari anche da Istanbul. “Stiamo cercando di capire in che modo possiamo aiutare – dice al Sir John Farah Sadredin, direttore di Caritas Anatolia da Iskenderun -. Oggi avrò un incontro con il viceprefetto di Iskenderum per avere l’autorizzazione a distribuire coperte, per non rischiare di violare le normative”. Nelle emergenze opera infatti la Mezzaluna verde e la Protezione civile turca prende in mano il coordinamento degli aiuti. “Ieri ad esempio sono arrivati da una parrocchia di Izmir (Smirne) dei camion di aiuti e abbiamo dovuto consegnare tutto al governo – prosegue -. Da una parte hanno ragione perché altrimenti si rischia che si crei il caos, con qualcuno che riceve troppo e altri niente. Quindi distribuiranno loro gli aiuti”.

Come primo intervento di emergenza – poi si capiranno meglio i bisogni – il direttore di Caritas Anatolia chiederà anche il permesso di preparare pasti caldi da distribuire in due zone diverse della città “perché tantissimi dormono nei giardini pubblici o nelle macchine”: “Dovremo scegliere due o al massimo tre città dove lavorare, perché sono state colpite almeno 10 città e non possiamo essere presenti ovunque”.

Sadredin rievoca il momento della scossa: “È stato terribile ed è durato tanto. La gente è uscita fuori. Anche noi siamo andati ad all’aperto”. Il direttore di Caritas Anatolia teme che si arriverà a cifre molto più alte dei 10.000 morti di cui si parla finora: “Secondo me capiterà come accaduto a Istanbul 23/24 anni. All’inizio c’è stato un forte terremoto, poi scosse piccole, la gente è tornata nelle case nonostante le crepe ma dopo con una seconda scossa forte tutte sono crollate”.

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