Terremoto in Turchia e Siria: ActionAid, “situazione peggiore per le donne e i rifugiati siriani”

A causa del terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria rischia di peggiorare ulteriormente la situazione delle donne e delle ragazze, in particolare per quelle che erano già fuggite dalle loro case in Siria e facevano affidamento sull’assistenza umanitaria. Lo denuncia oggi ActionAid, la cui priorità è ora fornire un sostegno d’emergenza in termini di riparo, vestiti caldi e cibo a tutti coloro che hanno perso le loro case e sono per strada. In Turchia, ActionAid è impegnata con un team di intervento per sostenere la risposta di emergenza nazionale in tutta la regione, in stretto coordinamento con il governo e le principali parti interessate. In Siria ActionAid è attiva nel governatorato di Idleb attraverso un’organizzazione partner basata nel Sud della Turchia e sta operando in particolare nella zone di Harem e Armnaz. “Si tratta di una situazione sconvolgente, dopo 12 anni di conflitto in Siria, le donne e le ragazze sfollate in Siria o rifugiate in Turchia erano già in una situazione molto vulnerabile prima del terremoto e ora hanno visto distrutte le loro case e i loro mezzi di sussistenza – dichiara Racha Nasreddine, direttore regionale di ActionAid per la regione araba –. Le donne e le ragazze soffrono di più durante le emergenze umanitarie. La violenza contro di loro aumenta e sono ancora più a rischio di sfruttamento. L’accesso a servizi come gli ospedali è molto limitato e le donne incinte rischiano di avere complicazioni se non possono ricevere le cure mediche di cui hanno bisogno. Con le associazioni nostre partner stiamo elaborando il piano di risposta per Turchia e Siria. Sappiamo che c’è un urgente bisogno di spazi sicuri in cui le donne e le ragazze possano recarsi, così come di kit con prodotti per le mestruazioni, ci assicureremo che questi aspetti vengano affrontati subito”.
Nelle aree colpite del sud-est della Turchia abitano complessivamente circa 12 milioni di persone, tra cui due milioni di rifugiati siriani che vivono per lo più in tende e strutture di fortuna nei campi su entrambi i lati del confine. Nelle aree colpite della Siria nord-occidentale si stima vivano circa 4,6 milioni di persone, già in condizioni di insicurezza alimentare e che avranno bisogno di ulteriore assistenza alimentare. Entrambi i Paesi stanno affrontando una pesante situazione economica. In Siria, dal 2020 al 2022, i prezzi dei generi alimentari sono aumentati del 532% portando oltre 12 milioni di siriani a sperimentare l’insicurezza alimentare. Nel gennaio 2023, l’inflazione in Turchia ha raggiunto il 57,68% e il costo degli affitti è aumentato, incidendo sul potere d’acquisto delle persone. È quindi molto probabile che questa emergenza incida in modo significativo sulle economie già indebolite di entrambi i Paesi.

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