Diocesi: Firenze, al via il restauro dei mosaici policromi della cupola del Battistero. L’intervento finanziato dall’Opera Santa Maria del Fiore durerà 6 anni

Compianto sul Cristo morto - Foto Opera S. Maria del Fiore

Terminata la costruzione dell’imponente cantiere che consentirà il restauro dei mosaici duecenteschi policromi su fondo oro che rivestono la cupola del Battistero di San Giovanni a Firenze, prenderanno il via le prime fasi dell’intervento che durerà in totale 6 anni. Dopo oltre 100 anni dall’ultimo restauro del 1898-1907, gli oltre mille mq di mosaici – realizzati con 10 milioni di tessere policrome della grandezza che varia da 5 a 20 mm per lato – saranno oggetto di un intervento che intende recuperare la stabilità strutturale e la loro adesione alla volta, arrestare i fenomeni di degrado e riportare alla luce lo splendore del fondo oro e i vividi colori delle tessere vitree.
Per la prima volta sarà possibile per il pubblico vedere da vicino i mosaici della cupola, realizzati su disegni preparatori di artisti quali Cimabue e Coppo di Marcovaldo, che ai lati della grandiosa scena del Giudizio finale narrano su quattro registri le Storie della Genesi, di Giuseppe ebreo, di Cristo e del Battista. Le visite avranno inizio dal prossimo 24 febbraio, prenotandosi sul sito web dell’Opera.
Il cantiere e l’intervento di restauro sono commissionati e finanziati dall’Opera di Santa Maria del Fiore in accordo con l’arcidiocesi di Firenze, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Firenze e le province di Prato e Pistoia. L’Opera a partire dal 2014 ha restaurato prima l’esterno del monumento e poi le parti interne con mosaici, finanziando i lavori con 4 milioni e 600 mila. Altrettanti li investirà per il restauro dei mosaici della cupola, per un totale di 10 milioni di euro. In questi giorni prenderanno avvio le indagini diagnostiche necessarie non solo per verificare i distacchi o le decoesioni ma anche per definire il degrado delle tessere, la composizione e lo stato di “salute” dei diversi materiali che costituiscono l’opera.

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