Università Cattolica: card. Tolentino de Mendonça, “laboratorio in cui prendersi cura gli uni degli altri” e “grande potenziatrice di visioni nuove”

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

“A dispetto delle previsioni che si formulano oggi, secondo cui le università del futuro saranno sostituite da manufatti dell’intelligenza artificiale, da chip e robot, noi sappiamo che non potrà essere soltanto questo. Quale che sia la forma in cui la trasmissione della conoscenza verrà a organizzarsi in futuro, essa continuerà a essere una scienza essenzialmente umana, che non si fa senza il dono di sé, senza una dedizione di amore”. Lo ha detto questa mattina il card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, nell’omelia della messa presieduta nella chiesa centrale dell’Università Cattolica, sede di Roma, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico. Una università, ha spiegato, “vive della qualità delle relazioni. È un laboratorio, certamente, ma di doni, di incontri, di umanità plurali. Per questo è così importante prenderci cura dell’umanità, gli uni degli altri”. Dopo avere sottolineato l’importanza di non dimenticare “l’arte delle grandi domande”, il prefetto ha definito la scienza “una scuola di umiltà che ci aiuta a integrare l’errore stesso e l’incompiutezza come tappe di un processo più ampio”. E ha concluso: “Non conosco più bella finalità della vita accademica di questa: aiutare a vedere chiaramente, creare competenze per vedere a distanza ogni cosa. È a questa sapienza che noi siamo chiamati. Una università come l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha la responsabilità di essere una grande potenziatrice di visioni nuove”.

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