Diocesi: Treviso, morto mons. Lino Cusinato, uno dei pionieri della Fisc

(Foto: La vita del popolo di Treviso)

Questa mattina presto, proprio mentre le spoglie del suo amato san Pio X percorrevano le strade della terra natale per giungere in cattedrale a Treviso, è morto, all’età di novant’anni, nella casa del clero di Treviso, mons. Lino Cusinato. Era malato da tempo. Prete della diocesi di Treviso che ha lasciato tracce indelebili nei suoi molteplici servizi e attività, in ambito pastorale, culturale, giornalistico. Nato a Galliera Veneta il 24 marzo 1933. Formatosi nel Seminario trevigiano, fu ordinato prete l’8 giugno 1958. È stato direttore del settimanale diocesano la Vita del popolo negli anni Ottanta, imprimendo una svolta al settimanale, che divenne una vera e propria azienda.
Durante gli anni della sua direzione il giornale raggiunse una tiratura di 26mila copie, fu protagonista del dibattito ecclesiale, culturale e politico in anni di grande sviluppo del territorio trevigiano, mentre già si annunciava la crisi della Democrazia Cristiana. Il giornale accompagnò una vivace stagione di Chiesa (pensiamo ai convegni di Paderno): si trattava, in quegli anni di ripensare la vita delle comunità a partire dal Concilio, e il giornale diocesano accompagnò quella stagione, che con le parole di oggi potremmo chiamare autenticamente sinodale. Fu uno dei “pionieri” della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), assieme a un altro gruppo di direttori “ispirati” e “anticipatori”.

(Foto: La vita del popolo di Treviso)

Quindi, la successiva nomina a parroco di Castelfranco, e dopo la conclusione del suo servizio, la residenza nella comunità degli Oblati diocesani, di cui è stato preposto. Autore di numerose pubblicazioni e studi, soprattutto sul beato vescovo Andrea Giacinto Longhin e su altri esempi di santità nella Treviso di fine Ottocento e inizio Novecento, proprio in questi giorni è uscito il suo ultimo “regalo” a san Pio X, alla Vita del popolo e ai suoi lettori: la riedizione di un breve libretto che ripercorre gli anni “trevigiani” di Giuseppe Sarto, quando il futuro Pio X prestò servizio come cancelliere vescovile e padre spirituale del Seminario.

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