Medio Oriente: più di 230 organizzazioni aderiscono all’appello per un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e in Israele. “Evitare una catastrofe umanitaria”

“I civili non sono merce di scambio. Le famiglie devono poter seppellire e piangere i loro morti. Il ciclo di violenza contro civili innocenti deve finire”. Per questo “oggi uniamo le nostre voci e invitiamo i capi di Stato, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e gli attori sul campo a dare priorità a salvare vite umane sopra ogni altra cosa” chiedendo il “cessate il fuoco” umanitario nella Striscia di Gaza e in Israele. È quanto si legge nell’appello sottoscritto da oltre 230 organizzazioni, tra cui ActionAid International, Cesvi, Christian Aid, Christian Aid Ireland, Church World Service, Intersos, Missionaries of the Sacred Heart Justice and Peace Centre (Australian Province), Pax Christi Australia, Pax Christi Usa, Sos Children’s Villages Palestine.
“Siamo stati testimoni di morte e distruzione indescrivibili nella Striscia di Gaza e in Israele. Migliaia di persone sono state uccise, ferite, sfollate e quasi duecento sono ancora tenute in ostaggio, compresi bambini e anziani”, scrivono le organizzazioni, sottolineando che “a Gaza, le Nazioni Unite hanno dichiarato che l’acqua, il cibo, il carburante, le forniture mediche e persino i sacchi per i cadaveri si stanno esaurendo a causa dell’assedio. L’Onu ha avvertito che le persone, in particolare i bambini piccoli, inizieranno presto a morire per grave disidratazione. Interi quartieri sono stati distrutti e trasformati in macerie. I palestinesi in cerca di sicurezza non sanno dove andare. Molti di coloro che si sono trasferiti dal nord di Gaza al sud dopo l’ordine di trasferimento dell’esercito israeliano sono stati bombardati mentre cercavano di fuggire o una volta arrivati nel sud di Gaza”. “Gli eventi dell’ultima settimana – denunciano le organizzazioni – ci hanno portato sull’orlo di una catastrofe umanitaria e il mondo non può più aspettare ad agire. È una nostra responsabilità collettiva”. Durante il cessate il fuoco, secondo le organizzazioni firmatarie, le parti dovrebbero “facilitare la fornitura di assistenza salvavita, inclusi cibo, dispositivi medici, carburante e fornitura di elettricità e di Internet a Gaza, oltre all’accesso sicuro del personale umanitario e medico”, “liberare tutti gli ostaggi civili, soprattutto bambini e anziani”, “consentire ai convogli umanitari di raggiungere le strutture delle Nazioni Unite, le scuole, gli ospedali e le strutture sanitarie nel nord di Gaza e impegnarsi a proteggerli in ogni momento insieme ai civili e al personale al loro interno”. Inoltre si deve “evocare l’ordine del governo israeliano ai civili di lasciare il nord di Gaza” e “consentire l’evacuazione medica per cure urgenti dei pazienti in condizioni critiche”. “Il Consiglio di sicurezza dell’Onu, il segretario generale dell’Onu e tutti i leader mondiali – esortano le organizzazioni – devono agire immediatamente per garantire l’entrata in vigore del cessate il fuoco. Resta la nostra unica opzione per evitare ulteriori perdite di vite civili e una catastrofe umanitaria. Qualsiasi cosa in meno sarà per sempre una macchia sulla nostra coscienza collettiva”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia