Morte card. Pell: arcivescovi di Melbourne e Sydney, “condannato ingiustamente, ha dato a tutti noi un esempio di come accettare la sofferenza con dignità e pace”

“È stato un leader della Chiesa significativo e influente, sia in Australia che a livello internazionale, profondamente impegnato nel suo essere discepolo di Cristo”. Viene ricordato così in Australia il card. George Pell, deceduto ieri intorno alle 21 a Roma. A dare voce ai sentimenti dei cattolici australiani è per primo l’arcivescovo di Melbourne, mons. Peter A Comensoli, che, in una nota diffusa oggi, ricorda che il cardinale ha guidato la Chiesa locale di Melbourne dal 1996 al 2001 con “una forte leadership” e “un buon governo”, prima di essere trasferito a Sydney e poi a Roma”. “È con grande tristezza – scrive mons.  Comensoli – che ho appreso della morte del card. George Pell. In questo momento, rivolgiamo le nostre preghiere al Dio di Gesù Cristo, nel quale il card. Pell ha creduto e seguito con tutto il cuore, affinché possa essere accolto nella vita eterna”. In lutto anche la comunità cattolica di Sidney. L’arcivescovo Anthony Fisher ricorda, in una nota, che “il motto episcopale del card. Pell era ‘Non aver paura’ e, nei giorni buoni e cattivi, ha tenuto fede a queste parole come un uomo coraggioso e con un cuore grande, che ha confidato sempre nella divina provvidenza”. Mons. Fisher racconta di essere stato a Roma la scorsa settimana per i funerali di Papa Benedetto XVI. “Il cardinale e io non sapevamo che sarebbe stata l’ultima volta che ci saremmo visti in questa vita, ma era di buon umore e con l’animo sempre spiritoso. Sono grato di aver potuto condividere questo momento insieme”. L’arcivescovo Fisher ricorda il lavoro del card. Pell per la Giornata mondiale della gioventù del 2008 a Sydney; i suoi libri e la regolare attività di editorialista di giornali, “docente e studioso a pieno titolo”. Ha servito la Chiesa e il suo lavoro “è stato estremamente importante”. Ma poi l’arcivescovo aggiunge: “I suoi ultimi anni sono stati segnati dall’ingiusta condanna e dalla carcerazione, ma egli l’ha sopportata con grazia e buona volontà e ha dato a tutti noi un esempio di come accettare la sofferenza con dignità e pace. Le sue parole di riconciliazione con i suoi detrattori e la preoccupazione per i sopravvissuti aumentarono in autenticità mentre sosteneva fermamente e con successo la sua innocenza. Sarà ricordato come un leader coraggioso che ha ispirato tanti sacerdoti e fedeli laici in tutto il mondo ad annunciare Cristo crocifisso, risorto e con noi ancora”.

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