Inflazione: Save the Children, “colpite soprattutto le famiglie più povere. Attivare senza ritardi il piano nazionale per il contrasto alla povertà minorile”

“Nel nostro impegno sul campo, tocchiamo con mano ogni giorno gli effetti dell’impoverimento sulla crescita dei bambini e delle bambine, in ogni dimensione di vita: dalla salute all’educazione, fino a bloccare le aspirazioni della crescita”. Lo ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia Europa di Save the Children, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat relativi all’inflazione. In un Paese in cui la povertà minorile è ai suoi massimi storici (1 milione e 382mila bambini, bambine e adolescenti in povertà assoluta), i dati resi noti oggi dall’Istat sull’inflazione – spiega l’Ong – “destano particolare allarme. Crescono ancora le disuguaglianze perché, come certifica Istat, nel secondo trimestre 2022 l’impatto dell’inflazione è più ampio sul le famiglie meno abbienti e con minore capacità di spesa (+9,8%, contro +6,1% delle famiglie con livelli di spesa più elevati)”.
Secondo Milano, “anche in questa fase complessa della vita politica, è fondamentale intervenire subito per arginare gli effetti della crisi sui bambini e gli adolescenti in condizioni di povertà, attivando senza ritardi il piano nazionale per l’attuazione della Child Guarantee, una misura di contrasto alla povertà minorile che prevede, tra l’altro, sostegni mirati alle famiglie”. “È necessario inoltre un intervento immediato sui beni e servizi indispensabili per l’avvio del nuovo anno scolastico, come kit scolastici, libri di testo, tariffe delle mense e dei trasporti”, conclude la direttrice dei Programmi Italia Europa di Save the Children.

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