Colombia: presentato alla Camera il rapporto della Commissione della verità. Beristain, “esperienza italiana su mafie e narcotraffico sarà molto utile”

“Il sostegno internazionale è stato molto importante per noi e, in particolare, quello dell’Unione europea”. Lo ha detto, in un video, Carlos Beristain, commissario della Commissione per il chiarimento della verità (Cev) colombiana, in un video che è stato diffuso ieri, durante la presentazione del recente rapporto della Commissione, avvenuto alla Camera dei deputati, su iniziativa del “nodo italiano” di appoggio alla Cev, coordinato da Doriana Sarli.
Nel video, Beristain accenna alle minacce che hanno accompagnato il lavoro della Commissione, presieduta dal gesuita Francisco De Roux, e spiega che, soprattutto nella fase di implementazione delle conclusioni del rapporto, l’esperienza italiana sarà molto utile, “per la possibilità di mettere in comune le esperienze sulle mafie, sul narcotraffico e sull’impunità, maturate dall’Italia”. Il rapporto, infatti, ha aggiunto il commissario, mette in evidenza i cambiamenti che devono essere messi in atto in Colombia proprio su questi e altri aspetti. Un comitato, già individuato, avrà il compito, per sette anni, di seguire le raccomandazioni contenute nel rapporto e tra queste c’è anche “la proposta di una commissione speciale internazionale sul narcotraffico”.
Sarli, in una conferenza stampa, ha detto tra l’altro: “Oggi siamo qui perché il 28 giugno, a Bogotà, la Commissione colombiana per la verità ha presentato alla società civile il suo Rapporto finale e Lucía González, una delle componenti della Commissione, ha chiesto il sostegno internazionale, in particolare dell’Europa (attraverso un’intervista al Sir, ndr). Abbiamo quindi raccolto questo appello a sostenere e divulgare il rapporto finale, per far conoscere anche in Italia lo straordinario lavoro portato a termine, dopo quasi quattro anni di lavoro, dalla Commissione per la verità, incaricata di fare luce su oltre mezzo secolo di violenza, dando voce soprattutto ai milioni di vittime del conflitto. Sono stati presi in considerazione 28.543 resoconti di vittime di popolazioni indigene, afrodiscendenti, contadini, membri di gruppi armati illegali, forza pubblica, politici, uomini d’affari e altri attori della società civile che in qualche modo hanno avuto a che fare con il conflitto armato”. Sarli ha rivolto anche un appello per fare luce sulla morte del cooperante Mario Paciolla, morto due anni fa, il 15 luglio 2020, in Colombia in circostanze tutte da chiarire. “Sono vicina ai suoi genitori, Anna Motta e Giuseppe Paciolla. Persone eccezionali che ho avuto il piacere di conoscere”, ha concluso la parlamentare.

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