Ambiente: Next e altre associazioni, “non fermare il processo attuativo delle Comunità energetiche”

“L’aggressione russa dell’Ucraina ha messo in luce quanto la dipendenza energetica dalle fonti fossili (e in particolare dal gas russo) sia un profondo fattore di debolezza per l’Italia e per l’Unione europea. E ha rafforzato, se ce ne fosse stato bisogno, la convinzione che l’obiettivo della transizione ecologica non è solo urgente per motivi di contrasto alla sempre più grave emergenza climatica, salute e lotta all’inquinamento, convenienza di prezzo (la produzione di energia da fonti rinnovabili è oggi la meno cara), ma anche per evitare di essere esposti a rischi geopolitici e ad una volatilità dei prezzi che è un grave fattore di rischio per le imprese ed ha fatto risorgere l’inflazione, con una vera e propria ‘controsanzione’ della Russia nei nostri confronti che sta erodendo potere d’acquisto e valore dei risparmi facendo precipitare sotto la soglia di povertà nuovi gruppi sociali”. È quanto si legge nell’appello lanciato a livello nazionale da Next, insieme a tante associazioni ed organizzazioni laiche e religiose, fatto proprio oggi dal Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali.
“Consapevole di ciò, a seguito della guerra, l’Unione europea ha rivisto verso l’alto rendendo più ambizioso con il programma RePowerEu l’obiettivo di aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili passando dal 40 al 45 percento entro il 2030”.
Il piano nazionale italiano per l’energia e il clima (Pniec), viene spiegato nell’appello, “dovrà essere aggiornato per allinearlo ai target europei e per raggiungere i medesimi traguardi ambiziosi che si perseguono semplificando gli iter autorizzativi, stimolando l’autoproduzione di energia per imprese industriali, agricole e comunità. È su questo terzo fronte che il governo italiano ha recepito la direttiva europea Redii che propone la soluzione della comunità energetica come strumento per la transizione ecologica allargando la sua portata potenziale con un recente decreto legge. Il decreto ha suscitato molte iniziative, entusiasmi e progetti che sono ora in sospeso per la mancanza dei decreti attuativi. Ne va di mezzo anche l’utilizzo dei 2,2 miliardi di fondi previsti dal Pnrr per finanziare le comunità energetiche nei piccoli comuni attraverso forme di credito agevolato”.

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