Libri: il racconto di Svidercoschi dedicato a Giovanni Paolo II e a “Gli amici di Lolek”

Il racconto di Gianfranco Svidercoschi dedicato a “Gli amici di Lolek”, pubblicato in questi giorni dalla Ts Edizioni di Milano, offre una luce di speranza proprio quando una nuova atroce guerra sconvolge il continente europeo. È la storia, mai raccontata prima, di tre compagni ebrei ritrovati da Giovanni Paolo II, ed è – allo stesso tempo – testimonianza di “un legame più forte del sangue, sopravvissuto agli orrori dei gulag e della Shoah”. Tre giovani ebrei nella Polonia degli anni Trenta: Jerzy Kluger, Kurt Rosenberg e una ragazza di nome Ewa, nella scuola di Wadowice stringono amicizia con il giovane Karol Wojtyła. Tutti e quattro però vengono travolti dalla storia, dall’ondata di antisemitismo, dall’occupazione nazista della Polonia, dai pogrom di Stalin, dalla guerra e dalle deportazioni nei gulag e nei campi di sterminio. I quattro amici si perdono di vista per quasi trent’anni, per ritrovarsi, quasi per caso, a Roma e dopo a Gerusalemme riscoprendo il vero valore dell’amicizia e della fratellanza. Gianfranco Svidercoschi, che aveva iniziato la sua carriera giornalistica come inviato dell’Ansa al Concilio Vaticano II, per approdare poi alla direzione de L’Osservatore Romano, proprio con Giovanni Paolo II ha collaborato alla stesura del libro firmato dal pontefice, e che ricostruisce la storia della sua vocazione sacerdotale “Dono e mistero. Diario di un sacerdote”.
Dopo la morte del Papa polacco il giornalista ha contribuito alla pubblicazione dei ricordi del segretario particolare di Wojtyła, il card. Stanisław Dziwisz, “Una vita con Karol” e “Ho vissuto con un santo”. La storia narrata ne “Gli amici di Lolek” approfondisce il tema dell’amicizia tra Wojtyla e Jerzy Kluger, raccontata dallo stesso Giovanni Paolo II nel volume “Lettera ad un amico ebreo” pubblicato nel 1993 e da allora ristampato più volte e tradotto in più di venti lingue.

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