Giornalismo: Franco (Corriere della Sera), “fornire chiavi di lettura in un mondo in cui la gente fa fatica a orientarsi”

“Un tributo all’onestà del nostro mestiere”. Così Marina Ricci, moderatrice dell’incontro, ha definito “I coccodrilli di Ratzinger” (Edizioni All Around), il libro di Giovanna Chirri presentato ieri a Roma. “Un manuale per chi vuole fare giornalismo di agenzia”, le ha fatto eco don Giuseppe Costa, da usare nei corsi di giornalismo “per dare consigli utili ai giovani partendo dall’esperienza dei grandi maestri”, ha aggiunto Valentina Alazraky, vaticanista di Televisa. “Non basta sapere le lingue, moderne e antiche, per fare uno scoop mondiale come quello dell’autrice,  che ha dato la notizia del secolo: la rinuncia al pontificato di Benedetto XVI”, ha fatto notare Massimo Franco, editorialista del Corriere della Sera: “Bisogna che la conoscenza delle lingue, il latino in questo caso, sia sorretta da una grande competenza professionale”. “Il compito del giornalismo – ha aggiunto Franco, a proposito del tema di fondo del libro, che esorta a riflettere su come sia cambiato negli ultimi decenni il mestiere di giornalista, soprattutto dopo l’avvento dei social – è quello di fornire chiavi di lettura, in un mondo in cui la gente fa fatica ad orientarsi in una massa di notizie informi. Oggi le notizie arrivano da una pletora di fonti, la maggior parte delle quali inattendibili. La disinformazione comporta un dolo, cioè l’intenzione di ingannare il lettore: stiamo ancora elaborando il nostro rapporto con l’informazione digitale”. Altro requisito essenziale per gli operatori dell’informazione, che l’autrice ha fatto suo imparandolo dai suoi maestri, è la tensione verso l’obiettività e l’imparzialità: “Schierarsi è facile – ha ammesso Franco – ma è un cattivo servizio non solo al giornalismo, ma ai lettori: la faziosità diventa inattendibilità del giornalista”. Di qui la necessità di riscoprire il giornalismo come “bussola”, interrogandosi – ha detto Ricci – “su quello che è oggi il giornalismo, su cosa sia una informazione corretta, su quali passi occorra compiere per tornare ad un’informazione più fruibile e capace di educare le persone, di tracciare una strada più sicura”. Giornalismo, ha concluso, “come zattera che ci aiuta ad attraversare un ‘mare magnum’ di informazioni che rischia di non farci capire nulla”.

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