Vita consacrata: suor Kafka (presidente Uisg), “accogliere le fragilità per una nuova lettura della vita religiosa”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Partiamo dalla fragilità umana che il Covid ha messo in evidenza ancora di più. Anche la nostra vulnerabilità, quella della vita religiosa. Non c’è dubbio che stiamo attraversando un periodo fragile, di difficoltà e di crisi. Sentiamo il bisogno di una nuova lettura dell’essenziale della vita religiosa. Abbiamo bisogno di rileggerci nell’esercizio di guida, nella missione dell’autorità come servizio, dallo spirito evangelico, sinodale”. Lo ha detto suor Jolanta Kafka, presidente della Uisg, intervenendo oggi nella Sala Stampa della Santa Sede alla presentazione dell’assemblea plenaria dell’Unione internazionale delle Superiore generali, che si svolge – in presenza e online – dal 2 al 6 maggio 2022 sul tema “Abbracciare la Vulnerabilità nel Cammino sinodale”. “Vogliamo abbracciare la vulnerabilità e unirsi al cammino sinodale con la Chiesa”, spiega la religiosa. Che ribadisce l’esigenza di “abbracciare la fragilità che ci circonda, come una realtà in cui Dio ci ha chiamate”. “È un paradosso che quando abbracciamo la fragilità diventiamo più forti per sostenerci a vicenda. Sono entrambi approcci – dall’interno della vita religiosa e verso l’umanità sofferente”.
La consapevolezza espressa dalla religiosa è che “non c’è carisma, né c’è famiglia religiosa che non sia nata per rispondere al grido di Dio nei più bisognosi e fragili”. “Ma lo è anche il modo in cui ci avviciniamo ai fragili importante. Molte volte ci siamo posti non solo accanto ai bisognosi, ma da una posizione di potere. La novità è riconoscere più coscienziosamente che anche noi abbiamo bisogno di compassione, misericordia, conversione, per essere consapevoli delle nostre ferite, dei nostri peccati”. Infine, l’attenzione al cammino sinodale come “via e orizzonte della Chiesa”: “Accogliamo con favore la chiamata a camminare insieme, condividendo e ascoltando profondamente la nostra fede, il nostro modo di vivere, le nostre speranze e i nostri sogni. Con tutta la vita religiosa siamo qui, nel cammino sinodale, abbiamo bisogno di discernere, perché tanto abbiamo bisogno della comunità per servire meglio la missione della Chiesa di annunciare il Vangelo, curando e guarendo, rinnovando il servizio dell’annuncio del Vangelo che abbraccia tutti”.

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