Coronavirus Covid-19: cabina di regia Iss, “sale incidenza settimanale a livello nazionale, Rt medio stabile. Tre Regioni classificate a rischio alto”

“Sale l’incidenza settimanale a livello nazionale: 699 ogni 100mila abitanti (22 aprile 2022-28 aprile 2022) vs 675 ogni 100mila abitanti (15 aprile 2022-21 aprile 2022)”. Nel periodo 6-19 aprile 2022, “l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,93 (range 0,90 – 1,04), sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è al di sotto della soglia epidemica e sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente: Rt=0,93 (0,90-0,96) al 19 aprile 2022 vs 0,91 (0,88-0,93) al 12 aprile 2022”. Questo il quadro offerto dal monitoraggio della cabina di regia sul Covid in Italia, diffuso stamattina dall’Istituto superiore di sanità (Iss).
“Il tasso di occupazione in terapia intensiva scende al 3,8% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 28 aprile) vs il 4,2% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 21 aprile). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 15,6% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 28 aprile) vs il 15,8% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 21 aprile)”, prosegue la nota della cabina di regia.
Per quanto riguarda la situazione sul territorio, “tre Regioni sono classificate a rischio alto a causa di molteplici allerte di resilienza. Undici Regioni/Province autonome sono classificate a rischio moderato; le restanti Regioni/Province autonome sono classificate a rischio basso secondo il Dm del 30 aprile 2020”. Ancora: “Diciannove Regioni/Province autonome riportano almeno una singola allerta di resilienza. Quattro Regioni/Provincia autonoma riportano molteplici allerte di resilienza”.
Infine, “la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è stabile (13% vs 12% la scorsa settimana). Anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi rimane stabile (40% vs 41%), come anche la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (47% vs 47%)”.

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