Fine Ramadan: mons. Delpini (Milano) agli islamici, “rafforzare testimonianza di pace e solidarietà”

(Milano) “Le nostre religioni ci ricordano che siamo tutti figli di Adamo, che i credenti sono tutti fratelli: occorre fare di questa certezza un motivo di azione per la pace, perché venga arginata la violenza che intacca i cuori anche di coloro che sono lontani dal conflitto in atto. Le nostre religioni ci ricordano che, per fermare l’odio e la guerra, l’arma migliore è la misericordia di Dio”. Lo dice l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, nel messaggio inviato alle comunità islamiche presenti in diocesi per la fine del Ramadan, che quest’anno cade la sera di domenica 1° maggio. Mons. Delpini invita, inoltre, a “rafforzare la testimonianza di pace e di solidarietà che le religioni sanno offrire al mondo” per contrastare “il dilagare del male e dell’odio tra gli uomini”. “Come ha ricordato il messaggio del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso – continua l’arcivescovo –, aver entrambi vissuto parte di tale periodo intensamente impegnati nella preghiera (noi nel tempo di Quaresima, voi nel mese di Ramadan) ci ha permesso di recuperare le energie spirituali necessarie a ripartire dopo il momento doloroso e molto faticoso della pandemia”.
“L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 – conclude mons. Delpini – ha ulteriormente sottolineato il bisogno di una conversione spirituale dei nostri stili di vita, capace di mettere al centro la contemplazione dei doni che Dio ci ha fatto, il creato e la fratellanza tra gli uomini”.
Lunedì 2 maggio in occasione dell’Id al-Fitr, la festa islamica della rottura del digiuno, mons. Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale, e don Giampiero Alberti, responsabile del Centro Ambrosiano di documentazione per le religioni, si recheranno nel Centro islamico culturale di Saronno (via E. H. Grieg 44) per consegnare personalmente il messaggio.
Lo stesso gesto di vicinanza sarà ripetuto da diversi parroci della diocesi nei confronti dei centri islamici presenti nei loro territori: saranno loro a portare il documento dell’arcivescovo, tradotto anche in lingua araba, ai responsabili delle comunità musulmane. “Un gesto concreto di apertura al dialogo e solidarietà che continua da oltre vent’anni”, segnala una nota della diocesi.

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