Diocesi: Caserta, stasera il vescovo Lagnese ha consegnato il Manifesto “Da Campo di Marte a Campo della Pace” sull’ex Macrico

(Foto: diocesi di Caserta)

Stasera il vescovo di Caserta, mons. Pietro Lagnese, ha consegnato alla Chiesa casertana e a tutti gli uomini di buona volontà il suo documento-manifesto sull’ex Macrico, in occasione della chiusura, in cattedrale, della fase diocesana del Sinodo dei vescovi, nella festa di Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia e d’Europa.
Il Manifesto della Chiesa di Caserta “Da Campo di Marte a Campo della Pace” riguarda il futuro dell’area dell’ex Macrico, a partire dal sogno del vescovo Lagnese, rivelato durante l’ultimo Te Deum. “Il Manifesto – chiarisce la diocesi – è la risposta corale della Chiesa casertana al sogno – è stato coinvolto nella redazione tutto il presbiterio e il mondo laicale – la strada per realizzarlo, convinti che sia la soluzione migliore per la città e tutta la diocesi”.
Nel documento viene chiarito: “La Chiesa di Caserta sogna di poter mettere a disposizione dei casertani l’area dell’ex Macrico, un tempo denominata Campo di Marte. Sogna di poterla offrire come campo di pace, di vita, d’incontro, campo di dialogo tra generazioni, terra in cui seminare la speranza, coltivare la pace e custodire la vita”.
Con il suo gesto, la Chiesa di Caserta “vuole farsi carità sociale di fronte a una città attanagliata da numerose emergenze (ambiente, educazione, lavoro, illegalità, criminalità, disaffezione verso il bene comune), puntando a rimuovere le cause di miseria e ingiustizia, promuovendo lo sviluppo integrale delle persone, cercando di dare risposte concrete ai bisogni della gente, orientando il suo agire verso gli ultimi, facendosi povera e per i poveri”. La Chiesa di Caserta vuole aprire alla città l’area Campo della Pace, dando “risposte concrete al bisogno di spazi verdi, accessibili, attrezzati e organizzati secondo i criteri della sostenibilità ambientale”. Desidera, inoltre, “venire incontro a persone in situazioni di povertà, famiglie in difficoltà, bambini ammalati e vecchi abbandonati, giovani ai quali è precluso ogni futuro, uomini e donne in cerca del senso della vita”.
L’auspicio è che il Campo della Pace “possa rappresentare, per la città, una straordinaria possibilità di crescita, in termini di cura del creato e di qualità della vita e, più in generale, in termini di promozione di una cultura nuova capace di suscitare una rinnovata partecipazione dei suoi abitanti alla vita sociale, ma anche, più concretamente, un’opportunità di sviluppo sostenibile e di lavoro per tanti giovani che fanno i conti con la piaga della disoccupazione e sono costretti ad abbandonare i loro luoghi di origine in cerca d’impiego”.
La Chiesa di Caserta, per realizzare il suo sogno, costituisce una Fondazione di partecipazione, che ha come suo scopo prioritario “la promozione di servizi sostenibili, sociali, culturali, educativi, formativi, ricreativi, sportivi, assistenziali, idonei a migliorare la qualità della vita delle famiglie, coniugando così beneficio collettivo e ripartenza economica, rispetto dell’ambiente e sviluppo sociale”.

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