Papa Francesco: a Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, “in tutti i Paesi siano promosse politiche sociali, economiche e culturali ‘amiche della famiglia'”

(Foto Vatican Media/SIR)

“La famiglia diventa un vincolo di perfezione e un bene relazionale quanto più fa fiorire la sua natura propria, sia da sé, sia con l’aiuto delle altre persone e delle istituzioni, comprese quelle governative. È necessario che in tutti i Paesi siano promosse politiche sociali, economiche e culturali ‘amiche della famiglia’”. Lo ha detto Papa Franceso, stamani, ricevendo in udienza i partecipanti alla sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, in Vaticano.
Il riferimento del Pontefice è a politiche che “rendono possibile un’armonizzazione tra famiglia e lavoro; politiche fiscali che riconoscono i carichi famigliari e sostengono le funzioni educative delle famiglie adottando strumenti appropriati di equità fiscale; politiche di accoglienza della vita; servizi sociali, psicologici e sanitari centrati sul sostegno alle relazioni di coppia e genitoriali”. La convinzione ribadita da Papa Francesco è la seguente: “Una società ‘amica della famiglia’ è possibile. Perché la società nasce ed evolve con la famiglia. Non tutto è riconducibile al contratto, né tutto può essere imposto per via di comando. In realtà, quando una civiltà sradica dalla propria terra l’albero del dono come gratuità, il suo declino diventa inarrestabile. Ebbene, la famiglia è la primaria piantatrice dell’albero della gratuità. La relazionalità che si pratica in famiglia non poggia sull’asse della convenienza o dell’interesse, ma su quello dell’essere, che si conserva anche quando i rapporti si guastano”.
Infine, il Papa ha indicato alcune condizioni per “riscoprire la bellezza della famiglia”. La prima è “togliere dagli occhi della mente la ‘cataratta’ delle ideologie che ci impediscono di vedere la realtà”. “È la pedagogia del maestro interiore – quella di Socrate e di Sant’Agostino – e non quella che cerca semplicemente il consenso”. La seconda condizione è la “riscoperta della corrispondenza tra matrimonio naturale e matrimonio sacramento”. “La separazione fra i due, infatti, finisce, da un lato per far pensare la sacramentalità come qualcosa di aggiunto, di estrinseco, e dall’altro lato rischia di abbandonare l’istituto della famiglia alla tirannia dell’artificiale”. La terza condizione è, come ricorda Amoris laetitia, la “consapevolezza che la grazia del sacramento del Matrimonio – che è il sacramento “sociale” per eccellenza – risana ed eleva tutta la società umana ed è lievito di fraternità”.

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