Esplosioni in Transnistria: mons. Cosa (vescovo di Chişinău), “attenzione alle provocazioni, ci possono fare male”

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(Da Chişinău) – “Il nostro paese è piccolo e abbastanza debole e ci siamo divisi. Per questo non ho paura oggi di una guerra o dei combattimenti che possono venire da fuori. Ho paura che questa crisi possa generare qui situazioni di confronto tra pro russi e pro ucraini”. Lo dice il vescovo di Chişinău, mons. Anton Cosa, nel giorno in cui  “colpi di lanciagranate portatili anticarro” sono stati sparati in Transnistria contro l’edificio che ospita il ministero per la Sicurezza statale nell’autoproclamata capitale Tiraspol. “Temo le provocazioni che possono partire da dentro il nostro paese e che rischiano di dare ai russi un pretesto in più per intervenire”, spiega il vescovo di Chişinău, a capo della piccola diocesi cattolica moldava che comprende anche la Transnistria, con 6 parrocchie. Insomma, una Transnistria come il Donbass? “Non nella stessa maniera”, risponde mons. Cosa. “Dico però di stare attenti alle provocazioni perché ci possono fare male”. Per questo “mi auguro che possiamo mettere in campo tutte quelle forze positive che abbiamo scoperto di avere, affinché il paese possa rimanere fedele ad una sua vocazione: essere un paese cristiano che desidera imparare dall’Unione europea tutto quello che è buono, a prescindere dalla sua appartenenza o meno all’Ue e continuare al tempo stesso ad avere nuovi rapporti con i russi e gli ucraini così da costruire non soltanto la pace ma con la pace raggiungere quel benessere che la popolazione e il paese moldavo attendono”. Sul conflitto ucraino il vescovo dice: “Far ripartire i negoziati altrimenti questo conflitto si prolunga all’infinito e distruggerà tutto. Nessuno si salverà. Nessuno rimarrà sulla terra ucraina. Tutti partiranno e fuggiranno via. E li sarà un campo di battaglia. Non finirà. Tutti pagheremo questa guerra che già sta avendo un costo altissimo”.

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