Venerdì Santo: mons. Tisi (Trento), “la croce di Gesù luce nella notte e nella morte, per uscire dalla banalità del male”

“Per portare luce nella notte e nella morte che segnano queste tragiche ore, per uscire dalla banalità del male, abbiamo a disposizione il morire di Gesù, dopo duemila anni nuovo e sorprendente”. Così l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, nella celebrazione della Passione e Morte di Gesù, cuore del Venerdì Santo, in cattedrale.
Mons. Tisi ha citato la filosofa Hannah Arendt, la quale “riflettendo sul dramma della Shoah e dei suoi carnefici, usa il termine ‘banalità’ per definire il male” quando “a generarlo è una serie di comportamenti che affondano la loro radice nella superficialità, al punto da silenziare qualunque richiamo della coscienza”.
“Tratti di questa banalità – ha riconosciuto l’arcivescovo – segnano anche la nostra vita e quella delle nostre comunità. C’è il concreto rischio per tutti, anche per la Chiesa, di attraversare la vita senza domande, senza percepire nessun appello, se non quello all’appagamento di sé stessi. In quest’ora chiediamo, anzitutto per la nostra Chiesa, di essere guariti dalla banalità e dalla superficialità che sono all’origine anche delle peggiori efferatezze”.
“Il morire di Gesù, al culmine di una vita totalmente aliena da ogni banalità, acquista – secondo mons. Tisi – una straordinaria forza comunicativa: a morire è un uomo totalmente libero, che non difende nulla di sé ma è tutto proteso a difendere la nostra vita. A morire è un uomo che non conosce odio e cattiveria, l’unico che può fregiarsi del titolo di innocente. Così Gesù ha messo per sempre fine alla morte”.
Dalla forza di Gesù crocifisso giunge a noi “la vita nuova di chi, al salvare sé stesso, sostituisce il dono di sé”, ha concluso l’arcivescovo prima di porsi in adorazione silenziosa della croce insieme ai sacerdoti concelebranti e ai tanti fedeli presenti in cattedrale.
Ieri sera alle ore 20.30 mons. Tisi ha guidato il rito della Via Crucis nella basilica di Santa Maria Maggiore dove oggi, Sabato Santo, il presule confesserà i fedeli per tutta la giornata, prima della veglia pasquale alle ore 21 in cattedrale.

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