Pasqua: mons. Soricelli (Amalfi-Cava de’ Tirreni), “in cammino con il Risorto, con il dono della sua pace, tutto si placa, si rasserena, rinasce”

“La pace di Gesù, di cui il ministero episcopale me ne rende testimone e portavoce, è la garanzia che ‘le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove’! Pasqua attesta la vita oltre la morte, la grazia oltre il peccato, la speranza oltre l’angustia, la possibilità oltre lo scoraggiamento, la vittoria della bontà oltre la cattiveria … In cammino con il Risorto, con il dono della sua pace, tutto si placa, tutto si rasserena, tutto rinasce!”. Lo scrive mons. Orazio Soricelli, arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni, nel messaggio di auguri pasquali.
“Pace a voi! Quanta speranza infonde questo augurio in noi, bisognosi di dare slancio a tante attese e aspettative poste forzatamente in letargo dalla condizione pandemica in forma attenuata ancora in corso, reclamando tuttavia prudenza e attenzione”, aggiunge il presule, ricordando anche “la triste situazione del conflitto in atto tra la Russia e l’Ucraina”. “Ogni guerra – osserva – è un fallimento dell’umanità, un segno indelebile che essa lascia alle generazioni future, consegnando un pezzo di storia che racconta la sconfitta di fronte alle forze del male, lasciando il mondo peggiore di come lo ha trovato. Abbiamo digiunato e pregato per la pace a più riprese in questo tempo di grazia quaresimale, ma siamo chiamati a rivolgere incessantemente a Dio il nostro desiderio e la nostra volontà di essere artigiani di fraternità e di pace”. Frutto della preghiera, prosegue, “è la solidarietà concreta. Ringrazio le singole comunità parrocchiali per la generosa adesione alle proposte della Caritas diocesana che, con costante dedizione, lavora in sinergia con le Amministrazioni Locali e la rete delle Caritas europee, in primis con Caritas italiana e Caritas Ucraina.
La solidarietà, vera ed immediata espressione pasquale di una vita che, da trattenuta nell’egoismo e nell’indifferenza, nello Spirito del Risorto diviene dono nella carità, nella costruzione della civiltà dell’amore che sa scorgere nei fratelli bisognosi il volto di Cristo che si manifesta nei più deboli e nei più fragili”. Mons. Soricelli conclude: “Affido al Signore Risorto tutte le famiglie delle nostre parrocchie, gli ammalati, gli anziani, i profughi accolti nel nostro territorio, i desideri, le sofferenze e i dolori che segnano la nostra vita. Le parole dell’angelo udite nei pressi della tomba vuota trovino in noi rinnovata accoglienza e convinzione: ‘Non abbiate paura! È risorto, non è qui!’”.

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