Pasqua: mons. Tomasi (Treviso), “solo abbracciando la croce, il Signore della vita trionfa”

Nella Pasqua “è l’amore di Cristo risorto che vince davvero, è la forza della vita donata che visita gli abissi e li riscatta dall’ombra e li riporta alla luce. Forse ci è chiesto il passaggio nel buio per far trionfare la luce, ci è chiesto di accettare la precarietà della vita per accoglierne il vero valore di eternità. Solo abbracciando la croce, il Signore della vita trionfa”. Lo afferma il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, nel messaggio alla diocesi in occasione delle festività pasquali.
“Ci vuole fede, per augurarci ancora oggi: ‘Buona Pasqua, il Signore è veramente risorto’”, osserva il vescovo, aggiungendo che “l’evidenza sembra essere altra: la pandemia, l’atrocità di una guerra assurda, la sofferenza di tanti, la povertà di masse sconfinate, la morte che accompagna le nostre vite, senza sosta, senza tregua”. “Ma – ammonisce – è proprio questa fede il dono più grande, e questo augurio è la grande rivoluzione attesa da ogni tempo, anche e soprattutto da questo nostro tempo. Se è vero quello che ci auguriamo, quel duello è stato vinto davvero dal Signore della vita”. “Allora – prosegue – c’è una forza di vita nella nostra esistenza, allora la speranza non è un’illusione. Allora ci si può impegnare a favore del bene, allora vince la vita. Anche se non sembra. Anche al cospetto di chi pensa di costruire, in un delirio di onnipotenza, la vita su lutti e macerie: anche se la violenza sembra forte, essa è sconfitta da se stessa, perché genera solamente atti di morte”.
“Nell’augurio di Pasqua – sottolinea il vescovo – rinasce la speranza, e la nostra fede, come quella di Abramo, ci rende ‘saldi nella speranza contro ogni speranza’ (Rm 4, 18). Il nostro augurio farà risplendere solidarietà, amicizia vera, impegno di vita. Ci mostrerà la scintilla di eternità che cova in ogni nostra vicenda, anche quella apparentemente più buia ed insensata. Ci farà ostinati artigiani di pace, e ci permetterà di tessere legami di bene semplice e tenace”.

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