Pasqua: mons. Checchinato (San Severo), “credere nella risurrezione significa anche permettere all’altro che incontro di rivelarmi, con la sua presenza, un orizzonte nuovo”

“Celebriamo una Pasqua caratterizzata dagli ultimi – speriamo – colpi di coda della pandemia da Covid-19 che ci ha tanto provato e con la preoccupazione di un conflitto assurdo, come, del resto, sono tutti i conflitti, generato qualche settimana fa nella vicina Ucraina. Forse ci troviamo anche noi nella situazione dei due discepoli di Emmaus che, mentre se ne vanno tristi e disillusi dalla città santa, rimuginano sui fatti avvenuti qualche ora prima, buttandosi addosso, l’un l’altro, il proprio malumore”. Lo afferma mons. Giovanni Checchinato, vescovo di San Severo, nel suo messaggio per la Pasqua. “È Gesù che fa il primo passo, avvicinandosi, facendosi prossimo anche alle loro molte fatiche e alla loro umanità fragile”. “Il dinamismo della Incarnazione, per cui Dio ha scelto di porre ‘la sua tenda in mezzo a noi’ (Gv 1, 14) si ripete, e si ripeterà fino alla fine dei tempi. Questo indiscreto sconosciuto che viene a importunarli con la sua presenza si rivelerà una risorsa importante, e non solo per aver permesso, con il suo ascolto empatico, la verbalizzazione di tanti contenuti emotivi che avevano bisogno di prendere forma fuori dal cuore. Credere nella risurrezione significa anche, per questo, permettere all’altro che incontro di rivelarmi, con la sua presenza, un orizzonte nuovo”.

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