Papa Francesco: veglia pasquale, “un cristianesimo che cerca il Signore tra i relitti del passato e lo rinchiude nel sepolcro dell’abitudine è un cristianesimo senza Pasqua”

“Ogni volta che pretendiamo di aver compreso tutto di Dio, di poterlo incasellare nei nostri schemi, ripetiamo a noi stessi: non è qui!”. Ad esclamarlo è stato il Papa, nell’omelia della Veglia pasquale nella basilica di San Pietro. “Ogni volta che lo cerchiamo solo nell’emozione passeggera o nel momento del bisogno, per poi accantonarlo e dimenticarci di lui nelle situazioni e nelle scelte concrete di ogni giorno, ripetiamo: non è qui!”, l’imperativo di Francesco: “E quando pensiamo di imprigionarlo nelle nostre parole, formule e abitudini, ma ci dimentichiamo di cercarlo negli angoli più oscuri della vita, dove c’è chi piange, lotta, soffre e spera, ripetiamo: non è qui! Ascoltiamo anche noi la domanda rivolta alle donne: ‘Perché cercate tra i morti colui che è vivo?’”. “Non possiamo fare Pasqua se continuiamo a rimanere nella morte”, il monito del Papa: “se restiamo prigionieri del passato; se nella vita non abbiamo il coraggio di lasciarci perdonare da Dio – che perdona tutto – il coraggio di cambiare, di rompere con le opere del male, di deciderci per Gesù e per il suo amore; se riduciamo la fede a un amuleto, facendo di Dio un bel ricordo di tempi passati, invece che incontrarlo oggi come il Dio vivo che vuole trasformare noi e il mondo”. “Un cristianesimo che cerca il Signore tra i relitti del passato e lo rinchiude nel sepolcro dell’abitudine è un cristianesimo senza Pasqua”, ha affermato il Papa: “Ma il Signore è risorto! Non attardiamoci attorno ai sepolcri, ma andiamo a riscoprire Lui, il Vivente! E non abbiamo paura di cercarlo anche nel volto dei fratelli, nella storia di chi spera e di chi sogna, nel dolore di chi piange e soffre: Dio è lì!”.

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