Colombia: nuove minacce al vescovo di Buenaventura. Appello della Chiesa al Governo perché protegga la popolazione dai gruppi armati

La Chiesa colombiana, attraverso le parole di padre Darío Echeverri, segretario generale della Commissione nazionale di conciliazione, emanazione della Conferenza episcopale colombiana, ha rivolto ieri un appello urgente al governo del presidente Iván Duque per rafforzare l’accompagnamento della comunità di Buenaventura, che si trova, da tempo e in modo crescente, alla mercé della criminalità organizzata. La città, che sorge sul Pacifico, nel dipartimento di Valle del Cauca, è il maggior porto colombiano e per questo canale privilegiato di traffici illegali
Padre Echeverri ricorda, in particolare, che il vescovo di Buenaventura, mons. Rubén Darío Jaramillo Montoya, continua a essere oggetto di minacce contro la sua vita e contro il libero svolgersi del suo ministero episcopale. Situazione già emersa lo scorso anno, in modo molto preoccupante. Nell’occasione, il Sir aveva intervistato il vescovo. Secondo le informazioni ufficiali, mons. Jaramillo è stato avvertito nei giorni scorsi che non potrà visitare alcune zone del porto perché rappresenterebbe per lui un rischio mortale. Una situazione, questa, che impedisce lo sviluppo della sua attività pastorale. E venerdì scorso il vescovo, impossibilitato a passare per le strade di Buenaventura, ha benedetto la città dall’alto, a bordo di un elicottero, invocando la pace e il superamento delle ingiustizie.
“Siamo molto preoccupati per la vita di mons. Rubén Darío Jaramillo, che da buon pastore e portando nel cuore il dolore del suo popolo, ha denunciato quanto sta accadendo lì – spiega padre Echeverri -. Gli attori armati in questa regione sono spietati nei confronti di questa popolazione, e lui ha avuto il coraggio, il valore profetico, di denunciare quanto sta accadendo lì. Per questo ora ne è la vittima”. Dalla Chiesa colombiana arriva anche l’invito agli attori armati a porre fine alla loro crudeltà contro gli abitanti del porto di Buenaventura, la cui popolazione è composta perlopiù da afro-discendenti, indigene e contadine. Da decenni la Chiesa è l’unica realtà che difende la popolazione, fin dai tempi del vescovo Gerardo Valencia Cano, di cui è stato ricordato nei giorni scorsi il 50° della morte, avvenuta in uno strano incidente aereo.

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