Benedetto XVI: “svista” è “errore non intenzionalmente voluto”

“Anche se ho potuto essere arcivescovo di Monaco e Frisinga per poco meno di cinque anni, nell’intimo continua comunque a persistere la profonda appartenenza all’arcidiocesi di Monaco come mia patria”. Comincia così la lettera in cui il Papa emerito Benedetto XVI pronuncia “una parola personale” sul rapporto sugli abusi nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, reso pubblico il 20 gennaio scorso. “Vorrei innanzitutto esprimere una parola di cordiale ringraziamento”, scrive Ratzinger: “In questi giorni di esame di coscienza e di riflessione ho potuto sperimentare così tanto incoraggiamento, così tanta amicizia e così tanti segni di fiducia quanto non avrei immaginato”. Il Papa emerito ringrazia in particolare “il piccolo gruppo di amici che, con abnegazione, per me ha redatto la mia memoria di 82 pagine per lo studio legale di Monaco, che da solo non avrei potuto scrivere”. “Alle risposte alle domande postemi dallo studio legale, si aggiungeva la lettura e l’analisi di quasi 8.000 pagine di atti in formato digitale”, sottolinea Benedetto: “Questi collaboratori mi hanno poi anche aiutato a studiare e ad analizzare la perizia di quasi 2.000 pagine. Il risultato sarà pubblicato successivamente alla mia lettera”. “Nel lavoro gigantesco di quei giorni – l’elaborazione della presa di posizione – è avvenuta una svista riguardo alla mia partecipazione alla riunione dell’Ordinariato del 15 gennaio 1980”, spiega il Papa emerito: “Questo errore, che purtroppo si è verificato, non è stato intenzionalmente voluto e spero sia scusabile”, l’auspicio di Ratzinger: “Ho già disposto che da parte dell’arcivescovo Gänswein lo si comunicasse nella dichiarazione alla stampa del 24 gennaio 2022. Esso nulla toglie alla cura e alla dedizione che per quegli amici sono state e sono un ovvio imperativo assoluto”.

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