Giornata mondiale malato: p. Arice (Cottolengo), “cogliere questa ricorrenza per una riflessione puntuale e provocatoria sul mondo della cura”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Certamente l’11 febbraio di ogni anno è occasione propizia per pregare con e per i malati, le loro famiglie, come pure per i curanti e tutto il mondo sanitario, ma questo – pur necessario – non basta anche perché pregare per e con gli infermi non può che essere un impegno costante della comunità credente”. Lo ha detto p. Carmine Arice, intervenendo oggi pomeriggio in un webinar sulla storia e il significato della Giornata mondiale del malato, organizzata dal Dicastero per lo Sviluppo umano integrale. “Nelle intenzioni del Pontefice mi pare di intravvedere piuttosto un invito a cogliere questa annuale ricorrenza per una riflessione puntuale e possibilmente provocatoria, sul mondo della cura”. Facendo scorrere il contenuto dei 30 messaggi dei Papi che hanno accompagnato la celebrazione delle Giornate, appare evidente, secondo p. Arice, “la volontà di guardare concretamente alla realtà e porsi domande circa le questioni fondamentali che vanno dal diritto alla cura, alla qualità dell’assistenza, alle sfide etiche, al cammino della scienza, al ruolo degli operatori, della comunità cristiana, sempre con uno sguardo che raggiunga anche le persone più isolate del pianeta e sempre con un invito alla comunità cristiana ad essere profeticamente in prima linea nell’impegno accanto ai malati”. Per questo motivo, la Giornata mondiale del Malato, in molte diocesi oltre al momento liturgico vede “la celebrazione di convegni, pubblicazioni, seminari di studio con lo scopo di guardare la realtà, giudicare e indicare percorsi che rispondano ai bisogni emergenti”. Dalle sue parole un augurio: “Che la Giornata mondiale del malato non sia un evento isolato, ma l’annuale celebrazione di un impegno quotidiano della comunità cristiana – e civile – a favore delle membra più fragili che la compone”. “E allora la celebrazione potrà essere anche occasione per ringraziare della generosità di quanti, nel giorno benedetto sentiranno la voce di Cristo che gli dirà: ‘Ero malato e mi avete visitato’”.

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