Medicina: Ospedale Bambino Gesù, riparato l’esofago di 8 neonati grazie a magneti al posto della chirurgia

Si chiama magneto-anastomosi. È l’innovativa tecnica utilizzata per la prima volta in Italia dai medici dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma per curare l’atresia dell’esofago, una malformazione congenita rara che comporta la mancanza di un tratto di esofago e impedisce nei neonati la normale alimentazione attraverso la bocca. Grazie all’azione di due magneti – due calamite di 0,5 cm di diametro – posizionati alle estremità dei monconi esofagei, è possibile ristabilire la continuità dell’esofago senza ricorrere a interventi chirurgici. Una volta posizionati i magneti, i due monconi dell’esofago sono infatti spinti uno verso l’altro, controllando il movimento sotto guida radioscopica, fino a farli avvicinare quanto basta perché i due magneti si attraggano e si uniscano grazie alla forza generata dal campo magnetico. L’intervento dura in media circa un’ora rispetto alle 2/4 ore della tecnica chirurgica classica. Nel giro di una settimana circa, la pressione esercitata dai magneti “erode” le pareti dell’esofago aprendo il passaggio tra moncone superiore e inferiore. Contemporaneamente, grazie al contatto prolungato, i due monconi si saldano tra loro. Ora dunque l’esofago è “continuo” e “pervio”, cioè aperto e non più “atresico”. Al termine di questo processo, i due magneti vengono rimossi. I primi 5 bambini trattati dall’Ospedale, tutti sotto i 4 mesi d’età, sono stati descritti sulla rivista scientifica Journal of Pediatric Surgery. Ad oggi i piccoli trattati all’Ospedale della Santa Sede sono complessivamente 8, tutti di età inferiore ai 6 mesi:-  3 provenienti dal Lazio, 2 dalla Puglia, 1 dalla Calabria, 1 dalla Sicilia e 1 dalla Lombardia -. Stanno tutti bene e sono tornati a casa dopo la procedura interventistica con i magneti. Solo 25 i casi descritti ad oggi in letteratura a livello internazionale. Troppo pochi ancora per capire se alcuni rischi post-intervento – come ad esempio la stenosi, cioè il pericolo di restringimento dell’esofago – siano maggiori o minori rispetto alla tecnica chirurgica tradizionale né eventualmente il perché. Per questo motivo prossimamente partirà uno studio multicentrico internazionale che durerà 2 anni circa e coinvolgerà 6 centri a livello mondiale tra cui, per l’Italia, il Bambino Gesù.

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