Benessere equo e sostenibile: Istat, nel 2020 speranza di vita diminuita di 1,2 anni. Drastico calo per quella degli uomini nelle province lombarde

Considerati gli indicatori del Benessere equo e sostenibile dei territori, riferiti alle province e alle città metropolitane italiane, “il consueto gradiente nord-sud rimane una chiave di lettura adeguata per molte e importanti componenti del Bes, ma non tutte le differenze osservate tracciano confini netti tra le aree del Paese”. È quanto emerge dalle “Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori” che analizza 63 indicatori statistici.
“Gli indicatori di Salute, Istruzione, Lavoro e Benessere economico”, viene spiegato, “delineano divisioni nette e strutturali tra Centro-nord e Mezzogiorno. “Le distanze si sono tuttavia attenuate nell’ultimo anno per il peggioramento più marcato del Centro-nord dovuto alle più forti ripercussioni della crisi sanitaria in questi territori”. “Il risultato che si osserva – prosegue la nota –, pur con eccezioni positive e negative, è di una tendenziale convergenza dell’insieme delle province italiane verso livelli più bassi nella speranza di vita alla nascita, dei tassi di occupazione e dei livelli di partecipazione alla formazione continua, e verso una maggiore incidenza di persone di 15-29 anni che non sono occupate né inserite in un percorso di istruzione (neet)”. Per quanto riguarda il 2020, “la diffusione della pandemia da Covid-19 e il forte aumento del rischio di mortalità che ne è derivato ha interrotto bruscamente la crescita della speranza di vita alla nascita che aveva caratterizzato il trend fino al 2019, facendo registrare, rispetto all’anno precedente, una contrazione pari a 1,2 anni”. Nel 2020, l’indicatore si attesta a 82 anni (79,7 anni per gli uomini e 84,4 per le donne). Decrementi significativi si sono evidenziati nelle aree del Paese a più alta diffusione del virus durante la fase iniziale della pandemia. Tra queste, le province di Bergamo, Cremona e Lodi dove per gli uomini si è ridotta rispettivamente di 4,3 e 4,5 anni, seguite dalla provincia di Piacenza (-3,8 anni). Negli stessi territori sono ingenti anche le variazioni riscontrate tra le donne: -3,2 anni per Bergamo, -2,9 anni per Cremona e Lodi e – 2,8 anni per Piacenza.

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