Afghanistan: Movimento Focolari, al lavoro per accogliere i profughi. Messi a disposizione centri, case e strutture

Il Movimento dei Focolari in Italia ha lanciato un appello ad aprire le porte all’accoglienza dei profughi afghani. Da Milano a Ragusa, da medici ad avvocati, da famiglie a intere comunità, “immediata” è stata la risposta. L’appello – si legge in un comunicato dei Focolari diffuso oggi – è partito il 26 agosto e invita a valutare la possibilità di aprire i centri del movimento, istituti religiosi, canoniche, case parrocchiali, ma anche le proprie case; a intercettare chi sia disposto a collaborare per questa emergenza affiancando i profughi in arrivo; ad avviare collaborazioni con enti e organizzazioni locali. Le risposte non hanno tardato ad arrivare: singole persone hanno messo a disposizione la loro esperienza professionale, le proprie abitazioni, o case libere. Intere comunità focolarine – come a Pesaro, Milano, Cosenza – si sono riunite per capire come unire le forze e trovare un luogo da mettere a disposizione per accogliere qualcuno. Proseguono anche i contatti con alcuni enti e cooperative dalle idealità condivise, che possano sostenere ed affiancare con gli strumenti idonei questa accoglienza fatta in famiglia, come la cooperativa Fo.Co. (Chiaramonte Gulfi, RG) e l’associazione Nuove Vie per un Mondo Unito (Roma). Ancora nel Lazio, a Marino, l’accoglienza è già in atto da parte della cooperativa e onlus Una città non basta, che si è attivata immediatamente. Al Centro Mariapoli di Castelgandolfo, alcune famiglie afghane sono state ospitate fin dai primi giorni dell’emergenza. In varie città d’Italia, lo scorso 28 agosto, si è partecipato all’iniziativa promossa da Economy of Francesco per i diritti e la libertà delle donne afghane. Parallelamente va avanti una raccolta di fondi, con piccole e grandi cifre – c’è chi non potendo aprire la propria casa ha fatto valutare i gioielli di famiglia – destinate alle associazioni che a livello locale potranno utilizzarli per specifiche esigenze che non si riescono a coprire con i contributi dello Stato. Il conto di riferimento è quello già in uso per l’emergenza Covid, chiamato Italia generosa. I contributi possono essere versati con la causale “Accoglienza Afghanistan”.

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