Diocesi: Siracusa, i Carabinieri bloccano una banda che truffava istituti religiosi e case di riposo

foto SIR/Marco Calvarese

I Carabinieri del Comando provinciale di Siracusa, hanno sottoposto all’obbligo di dimora 7 persone, 4 residenti nel siracusano e 3 nel torinese, mentre è ricercata un’altra persona, tutte ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di istituti religiosi e case di riposo. Sono state inoltre denunciate in stato di libertà 69 altre persone, che dietro compenso generalmente variabile dai 200 ai 400 euro, procuravano carte ricaricabili, schede telefoniche per contattare le vittime e notizie utili per guadagnarne la fiducia dei truffati. Nel corso dell’attività è stato disposto anche il sequestro di 21 conti correnti riconducibili agli indagati e, nel corso delle perquisizioni, sono state sequestrate 10 carte di credito/debito in uso agli indagati, ulteriori 8 carte per la clonazione provviste di microchip e 16mila euro in contanti. Tre dei soggetti coinvolti nell’operazione sono risultati percettori di reddito di cittadinanza, per i quali è stata proposta la revoca del beneficio. L’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, nella persona del Procuratore aggiunto Fabio Scavone e del sostituto Procuratore Salvatore Grillo, prende in esame 148 truffe perpetrate dal 5 settembre 2014 al 5 febbraio 2019 da un gruppo organizzato e caratterizzate da modalità operative serialmente riproposte, con le quali i malfattori sono riusciti ad accumulare un illecito profitto stimato in 254mila euro. I truffatori fingendo di essere impiegati regionali, provinciali o comunali, direttori e impiegati di banca o di uffici postali, contattavano gli istituti religiosi, molti dei quali ricomprendenti scuole paritarie, case di cura o di assistenza convenzionate, e preannunciavano l’avvenuto stanziamento in favore degli stessi istituti, di somme variabili di denaro, nell’ordine di qualche decina di migliaia di euro, a titolo di contributo per le attività scolastiche o sportive svolte, rimborsi di vario genere, donazioni di benefattori contributi pensionistici. Una volta carpita la fiducia dell’interlocutore, gli indagati riferivano che l’Ente erogatore aveva erroneamente stanziato una somma maggiore rispetto a quella spettante, motivo per il quale veniva chiesta l’immediata restituzione delle somme eccedenti, in genere tra i 1000 ed i 3000 euro, precisando che si trattasse dell’unica modalità per ricevere il contributo nel suo esatto e completo corrispettivo. nel comunicato dei Carabinieri si precisa come il più delle volte, gli indagati sembravano disporre di elementi informativi veritieri sulla comunità religiosa contattata, come ad esempio nominativi, banca nelle quali i religiosi erano titolari di conto corrente, causale della sovvenzione spettante ed altro ancora, generando piena fiducia negli interlocutori che si adoperavano nella restituzione delle somme che sarebbero state ricevute in eccesso. Le vittime si rendevano conto della truffa recandosi nei rispettivi istituti di credito per la riscossione delle sovvenzioni, solo dopo aver seguito in maniera scrupolosa le indicazioni ricevute per la restituzione delle somme di denaro tramite vaglia postali veloci o mediante ricariche postepay indicati dagli indagati.

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