Naufragio a largo di Lampedusa: Save the Children, “le testimonianze strazianti dei sopravvissuti ci lasciano sgomenti”. “Ancora troppe vite sacrificate”

“Continuano a ripetere il racconto di quello che hanno vissuto, le immagini strazianti del naufragio che ha coinvolto diverse donne e bambini e al quale sono miracolosamente sopravvissuti. Le testimonianze strazianti dei due minori che abbiamo raccolto nell’hotspot di Lampedusa ci lasciano ancora una volta sgomenti di fronte al dolore che troppi bambini, donne e uomini stanno vivendo e alla vite che continuano ad essere sacrificate anche a causa della mancanza di un sistema strutturato di ricerca e soccorso in mare”. Cosi Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the Children a Lampedusa, riporta le testimonianze di due dei ragazzini sopravvissuti all’ultimo naufragio nel quale avrebbero perso la vita molte donne e bambini. “Hanno raccontato che a un centro punto – prosegue Di Benedetto – la barca in cui viaggiavano già da un po’, sulla quale c’erano diverse donne anche incinte e bambini molto piccoli, si è capovolta e si sono ritrovati in acqua. Hanno iniziato a bere, sono finiti sott’acqua, hanno fortemente temuto di annegare e poi hanno visto tanta gente morire attorno a loro. Immagini terribili per chiunque, figuriamoci per due ragazzini, che viaggiavano soli, senza alcuna figura cara”.
Save the Children sottolinea ancora una volta come sia indispensabile e urgente un impegno diretto degli Stati membri e dell’Unione europea per l’attivazione di un sistema strutturato, coordinato ed efficace di ricerca e soccorso e per la definizione di canali d’ingresso sicuri affinché cessi questa catastrofe. “Il Mediterraneo centrale – sottolinea l’Ong che è presente a Lampedusa, in collaborazione con Unicef, per dare una risposta immediata ai bisogni essenziali di chi sbarca – si conferma ancora una volta tra le rotte più pericolose al mondo e non ci si può limitare al cordoglio di fronte a questa ennesima tragedia. Basti pensare che secondo i dati delle Nazioni Unite, nei primi sei mesi del 2021 il numero delle persone morte nel Mediterraneo Centrale è quasi triplicato rispetto all’anno precedente”.

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