Povertà: Gualzetti (Caritas Lombardia), “effetti della pandemia si prolungheranno nel tempo. Incoraggiante impegno dei volontari”

Luciano Gualzetti

Nel rapporto diffuso dalle 10 Caritas lombarde emerge come, durante la seconda ondata di contagi (settembre 2020-marzo 2021), sono peggiorate anche le condizioni di vita nelle carceri secondo 7 diocesi: i contatti coi familiari sono stati possibili ma più diradati a causa dei limiti posti dall’uso delle nuove tecnologie “aumentando l’isolamento e il disagio tra i detenuti”. Di fronte a questa complessiva situazione di difficoltà (famiglie senza reddito o con redditi limitati, mancanza di lavoro, nuove povertà, casa, rischio usura, disagio psico-sociale…) i 14.163 volontari (di cui 2.827 over 65) che operano nelle 10 Caritas diocesane della Lombardia hanno risposto inventando forme nuove di aiuto. “Quando non è stato possibile incontrare le persone in presenza, l’ascolto e l’orientamento ai servizi sono avvenuti a distanza, attraverso contatti telefonici”, spiegano gli operatori e i volontari Caritas. “È stato necessario anche riorganizzare i servizi per adattarli al nuovo contesto emergenziale. In particolare in 5 diocesi l’accoglienza notturna per i senzatetto è stata implementata e in alcuni casi estesa anche durante il giorno”. Sono stati attivati fondi di sostegno economico per le famiglie in difficoltà a causa del Covid (9 diocesi), sono sorti progetti per sostenere l’acquisto di device per gli studenti (6 diocesi); sono stati attivati interventi specifici sul fronte del lavoro (6 diocesi) e in 3 diocesi è stato attivato un fondo di sostegno alle piccole imprese.
Infine, solo nei sette mesi della seconda fase pandemica sono stati attivati complessivamente, 109 rapporti di collaborazione con istituzioni, enti locali, associazioni e realtà del terzo settore. Tra questi, l’accordo sottoscritto dalle 10 Caritas lombarde con Inps per la costituzione di una rete agile di welfare che consentirà ai 672 centri di ascolto Caritas presenti nelle parrocchie della Lombardia di diventare la porta di accesso ad un sistema di aiuti integrato tra pubblico e privato.
“I lockdown hanno avuto un forte impatto sulla povertà in Lombardia, per la presenza di un’ampia quota di lavoro sommerso e quindi senza tutela, che ha mostrato tutta la sua fragilità, ma anche per i ritardi e l’inadeguatezza degli aiuti pubblici rispetto al costo della vita – osserva Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana e delegato regionale delle Caritas lombarde –. Tuttavia, l’osservazione di questi mesi e l’esperienza della crisi del decennio precedente ci portano a credere che gli effetti si prolungheranno nel tempo e un bilancio reale andrà fatto solo fra qualche anno”. “Nonostante queste difficoltà, in questo periodo – aggiunge Gualzetti – è stato incoraggiante vedere il grande impegno dei volontari, la creatività degli operatori che hanno trovato soluzioni nuove per affrontare i problemi nel nuovo scenario e il grande senso di unità che ha spinto enti, associazioni, aziende a lavorare assieme per un solo obiettivo. Tutto questo rimarrà e sarà l’eredità migliore che questo drammatico periodo ci lascerà, permettendoci di affrontare anche le sfide future”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori