Regime Pinochet: definitivi ergastoli a 3 militari condannati per uccisione e sparizione di Juan José Montiglio e Omar Venturelli. Morsolin, “emerge forza di giustizia internazionale”

Sono definitivi gli ergastoli inflitti nel luglio del 2019 a tre alti militari cileni del regime del generale Augusto Pinochet, accusati dalla Procura di Roma di omicidio plurimo e della sparizione dei corpi dei cittadini italiani Juan José Montiglio e Omar Venturelli (sacerdote vicino alla teologia della liberazione prima di lasciare l’abito). Gli ufficiali cileni sono il colonnello Rafael Francisco Ahumada Valderrama, il sottufficiale Orlando Vasquez Moreno e il brigadiere Manuel Vasquez Chahuan. Il procuratore generale Pietro Maria Catalani ha inviato alle autorità cilene la richiesta di arresto provvisorio dei tre militari.
È storica questa definitiva condanna di tre militari cileni del sanguinario dittatore Pinochet – commenta al Sir Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina -. Va sottolineata la forza della giustizia internazionale contro la strategia del terrore globale, Plan Cóndor. Ricordo con emozione che nel marzo 2006 ero nella stessa aula bunker di Rebibbia per la condanna dei 5 militari argentini, insieme con Estela Carlotto, nonna di Plaza de Mayo. Ora, questa nuova condanna apre speranze affinché la giustizia internazionale intervenga nella ricerca della verità per tanti casi nel continente, ultimo dei quali l’omicidio di Mario Paciolla, osservatore delle Nazioni Unite ucciso in Colombia, a San Vicente del Caguán quasi un anno fa, il 15 luglio 2020”.
Questa sentenza di condanna per “desaparición” dei cittadini italiani Juan Josè Montiglio e Omar Venturelli “è un segnale importante per sostenere il cambiamento in Cile, dove si sta scrivendo la nuova Costituzione, mettendo fine a qualsiasi legame con la stagione di Pinochet”, conclude Morsolin.
Uno dei due italiani desaparecidos, Omar Venturellli, quando era sacerdote, si era messo alla guida degli indigeni mapuche che occupavano le terre regalate dallo Stato ai coloni europei. Nel 1968 fu sospeso a divinis dal vescovo Bernardino Piñera, zio dell’attuale capo dello Stato. Successivamente, insegnò sociologia all’Università di Temuco e si sposò con l’insegnante Fresia Cea Villalobos. Dalla loro unione è nata nel 1971 una figlia, Maria Paz, che vive attualmente a Bologna.

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