Coronavirus Covid-19: Bergamo, il Comune ringrazia i suoi medici con la medaglia d’oro. Marinoni (Fnomceo), “dobbiamo vaccinare tutto il mondo”

È stata una lunga, scrosciante standing ovation quella che ha tenuto in piedi il pubblico del Teatro Donizetti di Bergamo ieri sera, in occasione del conferimento, da parte del Comune, della medaglia d’oro ai medici della città. A ritirare il premio, Guido Marinoni, presidente dell’Ordine territoriale e componente del Comitato centrale della Fnomceo, che lo ha dedicato ai 31 colleghi scomparsi nella provincia.
“Grazie a nome di tutti i medici bergamaschi, che hanno vissuto, insieme ai nostri concittadini, un anno che non dobbiamo dimenticare, perché ci ha insegnato molto e deve essere lo stimolo per ricominciare, tutti – ha affermato Marinoni –. Per noi medici, per ricominciare a curare, per ricominciare a prenderci cura dei malati cronici, e per vaccinare tutti, per farci rinascere con le vaccinazioni. E non dobbiamo vaccinare solo i bergamaschi, solo gli italiani: dobbiamo vaccinare il mondo, perché il mondo deve uscire da questa tragedia”.
“Un ricordo, alla fine di tutti, i nostri morti – ha concluso –. Di una generazione che abbiamo perso e dei 31 colleghi medici morti, quasi tutti sul campo, nei più vari ambiti di attività: dal territorio, alle corsie degli ospedali, ai servizi di igiene e agli ambulatori. A loro dedico questa medaglia, che è motivo di commozione e orgoglio”.
“Un bel riconoscimento e un doveroso omaggio ai colleghi deceduti a Bergamo, città che ha pagato un tributo altissimo alla pandemia”, commenta oggi il presidente Fnomceo, Filippo Anelli.
Quattro le medaglie d’oro: oltre al personale medico, premiato quello infermieristico, quello ausiliario operante nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie e i volontari.
Questa la motivazione per i medici: “La pandemia che ci ha travolti, nei mesi di quest’anno, è riuscita, nella sua atroce e cruda manifestazione, a far emergere la qualità, la forza e la professionalità di tutto il personale medico che ha lavorato al fianco del personale socio-sanitario e infermieristico, notte e giorno, combattendo il Covid-19, malattia sconosciuta e drammaticamente letale. Solo la tenacia, l’esperienza e la bravura del personale medico impegnato in questa lotta hanno rappresentato una luce nel momento più buio che Bergamo abbia mai conosciuto dopo la seconda guerra mondiale”.

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