Romania: corso di formazione sul patrimonio ecclesiastico a Iasi. Don Rachiteanu al Sir, “arte, ponte tra cattolici e ortodossi”

Negli ultimi anni, sempre più diocesi romano-cattoliche della Romania si preoccupano del patrimonio ecclesiastico, con progetti di conservazione e iniziative di promozione. Si tratta di valorizzare un tesoro ereditato, ma anche d’identità cattolica, in un Paese a maggioranza ortodosso, dunque di matrice culturale ed ecclesiale bizantina. In questa linea, l’8 e il 9 luglio scorsi, la diocesi di Iași ha organizzato un corso di formazione col tema “Il patrimonio della Chiesa e il museo diocesano. Prospettive ecumeniche”. Si tratta del primo corso di questo genere nella diocesi, visto come un primo passo per una formazione estesa ulteriormente anche ai sacerdoti e agli operatori culturali della diocesi. All’evento, svoltosi nel monastero “La Salle”, dei Frati delle scuole cristiane di Iași, hanno preso parte i vescovi della diocesi e rappresentanti di varie realtà diocesane. Sono intervenuti don Eugen Răchiteanu, esperto valutatore del patrimonio ecclesiastico cattolico in Romania, Lăcrămioara Stratulat, manager del Museo statale di Iaşi, e don Jaromir Zadrapa, segretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Parlando delle “Prospettive ecumeniche per l’Europa dell’Est”, don Zadrapa ha incoraggiato i presenti ad avere uno sguardo più ampio sull’ecumenismo e ha presentato in breve i passi in avanti sul cammino verso l’unità.
“L’arte può diventare un ponte tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa – spiega al Sir don Răchiteanu, esperto valutatore e docente all’Università di Bucarest –. È uno spazio nel quale cattolici e ortodossi, conservando le proprie identità, possiamo incontrarci, dialogare, per comprendere meglio la fede. Con l’arte possiamo avvicinarci sempre di più, aprendo le porte alle persone di altre confessioni, per creare un ponte verso la propria identità, sia essa cattolica o ortodossa”. La diocesi di Iași desidera istituire un Ufficio diocesano per i beni culturali e il patrimonio ecclesiastico e allestire un museo diocesano, con carattere ecclesiale ed etnografico. E anche a Bucarest è in corso l’organizzazione di uno spazio di esposizione per la collezione privata dell’arcidiocesi di Bucarest. “La Chiesa cattolica in Romania ha tanti oggetti di arte di grande valore, ma non sono ancora sufficientemente accessibili al largo pubblico”, spiega don Răchiteanu, che spera di creare una rete tra le varie diocesi romene per una migliore valorizzazione del patrimonio ecclesiastico.

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