Recovery Plan: Uecoop, “buona notizia l’apertura del confronto con le parti sociali per l’uso delle risorse”

“È una buona notizia l’apertura del confronto con le parti sociali per l’uso delle risorse del Recovery Plan con le cooperative che rappresentano un mondo fatto da 80mila imprese e oltre un milione di occupati in tutti i settori, dalla sanità alla logistica, dallo spettacolo al turismo”. È quanto afferma l’Unione europea delle cooperative (Uecoop) in riferimento all’accordo raggiunto sulla governance illustrato dal premier Mario Draghi durante la Cabina di regia con l’istituzione di un tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale, con il coinvolgimento delle parti sociali e degli enti territoriali.
“Il confronto sulle cose da fare, sulle tempistiche e sulle risorse umane ed economiche che si possono mettere in campo è strategico – sottolinea Uecoop – per un utilizzo efficace, efficiente e soprattutto tempestivo in modo da poter agganciare la ripresa dell’economica nella seconda parte dell’anno e avere una crescita stabile anche sul fronte occupazione. I lavoratori delle cooperative sono concentrati soprattutto nella fascia fra i 30 e i 49 anni (58,5%), il 13,1% ha un’età compresa tra 15 e 29 anni e più di un quarto ha oltre 50 anni. Un addetto su 2 è donna, mentre circa il 66% ha un diploma di scuola secondaria e più del 15% è laureato”.
I fondi del Recovery, evidenzia Uecoop, “sono strategici anche per migliorare i servizi nel settore della salute e dell’assistenza che vedono già in prima linea più di 1 lavoratore su 3 delle cooperative (35%) con più di 9.700 realtà che si occupano anche di seguire a scuola e a casa, dal punto di vista didattico e socio sanitario, migliaia di famiglie con disabili, anziani e situazioni socio economiche problematiche”. “La frammentazione sociale e l’allungamento della vita – conclude Uecoop – stanno cambiando esigenze di assistenza e metodologie di risposta ai bisogni sia nelle grandi città che nei piccoli centri urbani soprattutto in un momento storico delicato come quello attuale vanno impegnate tutte le energie perché nessuno venga lasciato indietro”.

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