Pentecoste: mons. Perego (Ferrara), “verità e carità, benevolenza e mitezza sono i frutti dello Spirito”

“Verità e carità sono i frutti dello Spirito Santo e non solo opera della ragione e della volontà. Come anche il cammino di unità pastorale, di unità con le altre Chiese, di dialogo interreligioso e il rispetto della differenza è frutto dello Spirito”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia pronunciata nella messa di Pentecoste.
“Lo Spirito sceglie la Chiesa e l’unità dei fedeli per la sua presenza. Lo Spirito non sceglie l’individualismo, il misticismo, non sceglie e non cerca la divisione, ma l’unità”, ha spiegato l’arcivescovo, aggiungendo che “lo Spirito sceglie liberamente il tempo e il modo della sua presenza, non obbedisce ai comandi dell’uomo” perché “è Dio, che dà la vita”. Inoltre, “nessuno è escluso dall’azione dello Spirito, ma tutti coloro che sono nella casa, nella Chiesa ricevono il dono dello Spirito”. Per mons. Perego, “camminare secondo lo Spirito significa non essere schiacciati dalle cose da fare, non lasciarsi guidare semplicemente nella vita da interessi materiali, economici, da preoccupazioni di successo; significa non cadere nell’egoismo e nell’individualismo e da ciò che questo genera: dissolutezze, inimicizie, divisioni, corruzione”.
L’arcivescovo si è poi soffermato su “due frutti dell’azione dello Spirito Santo” ricordati da Papa Francesco nella “Fratelli tutti” citando la lettera di san Paolo ai Galati. Il primo è la “benevolenza”, che “è un’inclinazione non facile da incontrare, mentre è più facile trovare l’inclinazione all’invidia, all’insolenza, al pessimismo: atteggiamenti che non costruiscono unità e fraternità”. Il secondo frutto è la “mitezza”, qualità “difficile” da vivere “mentre è più facile reagire anche alle offese con il disprezzo oppure vivere le relazioni con ansia e fretta”. “Camminare secondo lo Spirito – ha ammonito – significa fare nostri questi atteggiamenti che aiutano anche a costruire una cultura dell’incontro, del dialogo, della pazienza che è la cultura che lo Spirito Santo inaugura a Pentecoste”.

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