Consiglio europeo: Sassoli, “oltre al Covid, nuove minacce sull’Ue”. E cita Bielorussia e Russia. “Liberare Protasevich e Navalny”

“A più di un anno dall’inizio della pandemia di Covid-19 ci troviamo in un contesto che ci propone sfide senza precedenti. La campagna vaccinale avanza, i meccanismi di ripresa si sono messi in moto, ma nuove minacce alla nostra sicurezza impongono una forte voce europea. I fatti della Bielorussia, con l’ipotesi di un dirottamento di Stato di un aereo civile per arrestare oppositori del regime, ci impongono un salto di qualità e tempestività della nostra risposta”. Lo ha affermato David Sassoli, presidente del parlamento europeo, nel discorso col quale s’è rivolto ai 27 capi di Stato e di governo Ue, presenti a Bruxelles per il Consiglio europeo. “Sulla scena internazionale ora più che mai è necessaria una voce europea forte e comune. La democrazia non è incisa nella pietra. È fragile e se non la proteggiamo può sgretolarsi più velocemente di quanto osiamo immaginare. Assistiamo a un aumento della disinformazione, delle provocazioni dirette agli Stati membri e all’intera Ue e alle strumentalizzazioni delle crisi da parte di regimi autoritari per mettere a tacere le voci critiche o limitare le libertà dei media. In questo contesto mutevole, l’Unione deve ridefinire e rafforzare il suo ruolo sulla scena mondiale. Un attacco a uno Stato membro è un attacco a tutti. Infatti la sicurezza di uno è la sicurezza di tutti”.
Sassoli – che prima del summit aveva incontrato il premier italiano Mario Draghi (nella foto) – ha specificato: “I fatti di ieri relativi all’atterraggio forzato a Minsk del volo Ryanair da Atene a Vilnius sono di una gravità inaudita. Il regime del presidente Lukashenko ha privato della libertà Roman Protasevich e un’altra persona che lo accompagnava e ora si trovano detenuti a Minsk. Chiediamo l’immediato rilascio di entrambi senza condizioni e la possibilità per loro di lasciare il Paese”. E poi su Mosca: “Risulta evidente che le ultime sanzioni della Russia non erano dirette soltanto contro la mia persona e quella della vicepresidente Jourova ma anche contro le nostre rispettive istituzioni. Anziché intimidirci, questo ci incoraggia a non fermarci. La Russia rilasci Alexei Navalny”.

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