Pentecoste: card. Betori (Firenze), “non chiudersi in comunità impermeabili al mondo ma farsi coraggiosi testimoni della bellezza perenne del Vangelo”

“La libertà coraggiosa dell’annuncio e la sua destinazione universale è quanto emerge con forza tra i caratteri che accompagnano l’esperienza dello Spirito a Pentecoste. Caratteri, soprattutto il secondo, che connotano anche le altre manifestazioni a Cesarea, Samaria ed Efeso, con il superamento dei confini etnici e religiosi che ciascuna di queste esperienze comporta, nei riguardi rispettivamente del paganesimo, dell’eresia samaritana, della comunità dei discepoli del Battista. Prospettive queste di particolare significato oggi in cui la minore rilevanza dell’esperienza ecclesiale nel contesto culturale rischia di indurre i cristiani a chiudersi in comunità impermeabili al mondo invece che a farsi coraggiosi testimoni della bellezza perenne del Vangelo”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, nella messa di Pentecoste che ha presieduto in Santa Maria del Fiore.
Nell’omelia, il porporato ha voluto ricordare il card. Giovanni Benelli, “di cui da poco abbiamo ricordato i cento anni della nascita”. “La Chiesa fiorentina – ha spiegato Betori – gli deve essere grata per la sollecitudine pastorale che ne animò il servizio tra noi, fino a una morte prematura in cui molti hanno riconosciuto la conseguenza di una vita spesa per gli altri oltre ogni limite. La sua proverbiale efficienza non era un tributo alla cultura moderna del fare, ma la spinta a dare forma concreta a un’esistenza trasformata dalla fede, in grado quindi di offrire una visibile testimonianza di Cristo”.
L’arcivescovo ha poi sottolineato che “dall’annuncio nasce la Chiesa, che la conclusione del secondo capitolo degli Atti definisce nelle quattro note che la edificano: ‘Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere’ (At 2,42)”. Questa, ha ammonito, “è la carta di identità della Chiesa, con cui misurarsi ogni giorno nella nostra fedeltà al Vangelo. Una Chiesa da edificare con atteggiamento di servizio, lo stesso che il santo Papa Giovanni Paolo II riconosceva nel card. Benelli, quando di lui diceva: ‘Un uomo che è stato al servizio della Chiesa senza mai servirsi di essa’”.

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