Iraq: card. Sako (patriarca), appello “per la nascita di uno Stato laico e non settario”

Card. Sako con Papa Francesco (Foto redazione)

Un appello alla nazione in vista delle prossime elezioni anticipate nel Paese, che dovrebbero aver luogo il 10 ottobre, “per risvegliare le coscienze e per preparare un futuro migliore per i nostri cittadini”. A lanciarlo oggi è il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, che torna ad invocare la nascita di uno “Stato civile laico, una democrazia forte come nella maggior parte dei Paesi del mondo” e come sta facendo lo Stato del Sudan in questi giorni. Dal patriarca anche l’auspicio che “i politici prestino attenzione a questa svolta. La patria è la nostra identità, abbraccia e protegge la diversità”. “È incoraggiante che questa proposta sia in linea con l’appello della suprema autorità sciita, il grande ayatollah Ali al-Sistani”, rivela Mar Sako. “Lo Stato laico, civile, emana le sue leggi e la sua costituzione basandole sulla cittadinanza, sulla garanzia della parità di diritti e doveri per tutti i cittadini. Non è vero che il sistema civile (laico) si oppone alla religione, al contrario, l’ordine civile non priva le persone del diritto di praticare la loro religione secondo le loro credenze, ma non le costringe ad essere religiose”. Lo Stato laico, sottolinea il card. Sako, “abbraccia tutte le religioni, le culture, i gruppi e le lingue, gestisce gli affari pubblici in modo equo e li protegge di fronte ai pericoli. Lo Stato civile non interferisce con le scelte religiose dei suoi cittadini e non eleva la sua politica a dogma (dottrina) per ottenere potere e dominio, come è accaduto al cristianesimo nel Medioevo e come accade oggi con le correnti dell’Islam politico”. In tutti e due i casi, scrive Mar Sako, “l’obiettivo è il potere e non il servizio dell’uomo. Lo Stato laico rispetta la libertà di coscienza, per cui un cittadino può essere cristiano, musulmano o di un’altra religione, può andare in chiesa, in moschea o in altri luoghi di culto per praticare liberamente i suoi riti religiosi, non costringe nessuno a convertirsi a una particolare religione”. “La religione – ribadisce il patriarca – dovrebbe essere rispettata, non politicizzata e distorta. Mi auguro che la politica si muova verso un sistema laico e non verso il settarismo, in linea con l’appello della suprema autorità sciita, il grande ayatollah Ali al-Sistani – per far risorgere il Paese”. L’appello di oggi segue un altro documento, sempre del patriarca caldeo di Baghdad, diffuso il 5 aprile a un mese esatto dalla visita di Papa Francesco in Iraq (5-8 marzo). Anche in questo testo il cardinale lancia un’analoga proposta.

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