Famiglie: Istat, redditi e consumi in calo ma sale la propensione al risparmio

Nel 2020, nonostante il massiccio sostegno delle misure anti-crisi, il reddito delle famiglie è diminuito del 2,8%. La spesa per consumi finali si è contratta del 10,9%, portando la propensione al risparmio al 15,8% (8,2% nel 2019). Lo rileva l’Istat nel rapporto su “I conti nazionali per settore istituzionale”.
Nelle società non finanziarie il valore aggiunto ha perso il 9,4% e il tasso di investimento è sceso al 20,9% (21,5% nel 2019). “La contrazione delle entrate fiscali e contributive e le misure di sostegno al reddito delle famiglie e all’attività produttiva hanno determinato un forte aumento dell’indebitamento delle amministrazioni pubbliche, che si è attestato a – 156,9 miliardi di euro”, segnala l’Istituto di statistica. Segnalata anche la perdita del potere d’acquisto delle famiglie (-2,6%), indicando “la più forte dalla crisi del 2012”. Il valore aggiunto delle famiglie produttrici è in calo dell’11%. Quella tracciata dall’Istat è “la dinamica peggiore dal 2009” con le piccole imprese di proprietà delle famiglie e i lavoratori autonomi indicati come “categorie maggiormente colpite dalla crisi”. “Le misure di sostegno messe in atto per contrastare gli effetti economici dell’emergenza sanitaria hanno attenuato la caduta del reddito disponibile delle famiglie consumatrici, che nel 2020 è diminuito del 2,8% (-32,0 miliardi di euro). Il potere d’acquisto, ossia il reddito disponibile espresso in termini reali, è diminuito del 2,6%, interrompendo la dinamica positiva in atto dal 2014”. Conclude l’Istat osservando che “la consistente flessione della spesa per consumi finali delle famiglie (-10,9%) ha generato un deciso incremento della quota di reddito destinata al risparmio, che passa dall’8,2% del 2019 al 15,8% del 2020”.

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